L’indagine Excelsior sulle previsioni di assunzioni nel primo trimestre 2016 rileva per la provincia di Rimini 1.700 ingressi a fronte di 1.410 tra licenziamento e fine contratto. Dopo sette anni in rosso, il saldo torna dunque positivo. Assumono soprattutto i servizi (commercio e turismo), prevale il contratto a termine ma mancano le figure specializzate chieste dalle imprese per posizioni più stabili
Assunzioni – Forse è troppo presto per facili entusiasmi, ma dopo sette anni di saldi negativi tra entrate e uscite dal mercato del lavoro, un segno più nelle previsioni è comunque di buon auspicio. Non è una forzatura, ma quanto suggerisce la lettura dell’ultima indagine Excelsior di Unioncamere riferita alla provincia di Rimini, per il periodo relativo al primo trimestre 2016. Dai dati in questione emerge che a fronte di 1.410 uscite (licenziamenti, fine contratto, ecc.) entro marzo ci saranno 1.700 ingressi al lavoro, con un saldo positivo di 290 unità. Non certo una virata eccezionale ma, appunto, un timido segnale di cambiamento rispetto al rosso registrato nello stesso periodo dell’anno precedente, un cambio favorevole di rotta che, ovviamente, dovrà essere confermato nei prossimi trimestri.
Ma guardiamo i numeri più nel dettaglio. Del totale dei nuovi ingressi al lavoro previsti, 1.410 (l’83%) si riferiscono a personale dipendente, di cui 460 in impieghi stagionali (nel 2015 erano stati 230); per il resto si tratta di figure professionali autonome, come collaboratori a progetto e altri lavoratori non alle dipendenze.
La forma contrattuale più comune per il lavoro dipendente rimane però il tempo determinato, cioè a termine, proposto a quattro assunti su cinque.
Il lavoro si trova, in questo primo trimestre, soprattutto nei servizi (1.410 assunzioni), di cui 670 nel Commercio e turismo, seguito dall’Industria (290).
Tra i profili più richiesti ci sono le professioni qualificate per commercio e servizi (490), gli impiegati (240) sempre in questi due settori e, a seguire, le professioni tecniche (130), quelle non qualificate (130) e le intellettuali (90). Nel complesso poco più di una richiesta su dieci – in valore assoluto sono 163 nuove entrate – è di difficile reperimento, percentuale che però sale a quasi la metà delle figure tecniche e ad un terzo delle professioni più specializzate. Ma c’è un dettaglio non secondario: di questo numero, 144 si riferiscono ad assunzioni non stagionali. In breve: mancano le figure per le posizioni più stabili. Un maggiore raccordo tra formazione e impresa forse aiuterebbe.
Infine, la laurea come titolo di studio è richiesta per una assunzione su dieci (11,4%), la stessa percentuale del primo trimestre 2015. In Emilia Romagna lo stesso titolo di studio è invece richiesto dal 15,8 e in Italia 15,1 per cento delle assunzioni. Rimini si conferma tra le province dove sono richiesti, dalle aziende, meno laureati. Anche se tra le assunzioni non stagionali la richiesta di laureati sale al 16 per cento.