Non basta di certo fermarsi ai titoli o al paese d’origine, per scoprire il valore di artisti riminesi che si sono formati all’estero o che vi hanno lavorato per anni e che ora, tornati in città e incuriositi dalla vivacità della cultura locale, collaborano alla sezione “Riminesi venuti da lontano”, rassegna teatrale organizzata dall’Amministrazione Comunale e dedicata alle compagnie e agli artisti più meritevoli del territorio, che hanno ricevuto una formazione d’eccellenza, premi e ampi consensi della critica a livello anche internazionale. L’esordio al Teatro degli Atti è toccato a Korekanè con lo spettacolo Stallo- studio per un’anticamera. Korekanè, come spiega la danzatrice Elisabetta Gambi, è nato dall’incontro con Chiara Cicognani nel 2006, e manifesta il desiderio di ricerca, attraverso la parola e il corpo, del limite del dicibile e l’indicibile. Su questa scia nasce Stallo, opera che vede proiettati sul palcoscenico quattro personaggi dopo la loro morte e dopo aver commesso in vita crimini disumani. Stallo punta riflettori e riflessioni sul tema beckettiano della morte apparente dell’anima in un non senso generale d’indifferenza, cecità, noia e violenza tipica di questo stato di buio permanente. Tutto ciò in una circolarità spazio-temporale senza vie di fuga e speranza. Lunedì 13 dicembre (ore 21) al Teatro Novelli di Rimini, si esibiranno quattro giovani artisti riminesi con curriculum da vere e proprie star; che, come spiegato da Teodoro Bonci, dopo essere partiti giovanissimi alla volta delle più prestigiose capitali estere, hanno sentito la necessità, una volta tornati, di guardarsi attorno, col desiderio e il dovere di incontrarsi ed unirsi per collaborare a questo progetto che è un’avventura, soprattutto per Teodoro, unico attore di teatro tra tre ballerini di alta formazione classica. Nasce, così, con questa sfida, il loro progetto di teatro danza Look left look right. Il loro messaggio è proprio quello di guardarsi attorno, consci che si può andare lontano se muniti di talento, passione e tanto impegno. Per martedì 21 dicembre sono attese al Teatro degli Atti le tre attrici che interpreteranno “Dòni”: una drammaturgia originale in dialetto ravennate, forlivese e riccionese, nata non solo nel panorama culturale di rivalutazione dei dialetti provinciali e regionali, ma, anche, dal desiderio tutto femminile di mettere in scena quelli che sono ritratti colorati della cultura popolare, veri e propri tesori della tradizione italiana, a volte però unico appannaggio dell’universo maschile: “Il dialetto è nelle caviglie e sale poi su tutto il corpo” ed è sentito da tutti, precisa Giorgia Penzo.
L’ultimo appuntamento della rassegna è in programma domenica 20 febbraio 2011 al Teatro degli Atti, con lo spettacolo Pierrot Parisien, diretto e interpretato da Francesco Tonti e prodotto dalla Compagnia dei Ciarlatani. Tonti, classe 1979, a dispetto degli altri artisti non ha studiato all’estero, ma ha lavorato con i suoi spettacoli soprattutto fuori dagli italici confini, raggiungendo sia Dubai che il Giappone. Lo spettacolo è ardito: il protagonista, l’ultimo erede della tradizione dei Pierrot, si aggira per una Parigi tutta suburbio, quasi lunare, dove scivola tra il quotidiano e l’insolito senza fare una piega. Osservatore instancabile della quotidianità, nelle sue passeggiate parigine, Pierrot, non si ferma all’apparenza, ma scava nel profondo, togliendosi ogni maschera e pregiudizio, analizzando la realtà in tutti i suoi punti di vista. Pierrot si scopre così attore, reinterpretando lo stesso tema in una serie d’infinite e variabili modalità. Lo spettacolo che attinge dai due testi più famosi di Queneau (Pierrot amico mio ed Esercizi di stile), vuol far scoprire al pubblico che, attraverso l’indagine retorica linguistica, il comico ha infinite possibilità di espressioni, giocando con la parola e la gestualità fisica.
Sara Zammarchi
Nella foto, La Compagnia dei Ciarlatani tra i protagonisti dei Riminesi a teatro.