Presente e futuro dell’Arte Sacra. Beni culturali ecclesiastici, un corso per imparare a conoscerli, gestirli e valorizzarli.
I Beni culturali e artistici religiosi costituiscono almeno i 2/3 del patrimonio nazionale, senza eguali al mondo in termini quantità, ma soprattutto di eccellenza e qualità. Un vero e proprio “museo diffuso” fatto di 30 mila chiese storiche, 1700 santuari, 400 monasteri e altrettante abbazie, migliaia di archivi, biblioteche, ecc. Decine di migliaia di visitatori: è il numero record che registrano ogni anno i musei diocesani e il vastissimo patrimonio artistico religioso diffuso sul nostro territorio. E si tratta di una cifra registrata per difetto, se si considera che soltanto poche strutture hanno un sistema di conteggio puntuale dei visitatori.
Ma come si tutela, cura e valorizza un bene culturale ecclesiastico?
Quali percorsi di didattica, quali interazioni con le altre realtà del territorio e quali sentieri di narrazione turistica gli sono più consoni?
A queste e a molte altre domande intende rispondere il ciclo di seminari e laboratori “Presente e futuro dell’Arte Sacra. Percorsi per la valorizzazione dei Beni Culturali Ecclesiastici“, in programma da marzo maggio all’Istituto Superiore di Scienze religiose “A. Marvelli” di via Covignano a Rimini. La durata dei seminari è di due ore per ogni incontro (20.45-22.45) per un totale di 20 ore. (Info: 0541.751367, segreteria@issrmarvelli.it)
Il percorso prevede lo svolgimento di accurati Seminari di ricerca affidati a qualificati studiosi ed esperti; momenti teorici di approfondimento culturale, uniti a momenti di confronto sulle esperienze più virtuose, in un’ottica multidisciplinare.
Il prof. Natalino Valentini e l’arch. Johnny Farabegoli, responsabili del coordinamento scientifico del ciclo di incontri, spiegano: “L’intento è quello di richiamare l’attenzione non solo sugli aspetti della tutela e della conservazione dei beni culturali ecclesiastici, ma, in particolare, sulla loro necessaria valorizzazione e rigenerazione di senso, sia come patrimonio storico della fede sia come volàno culturale e sociale. Occorre mettere in atto nuove strategie e modelli di gestione e valorizzazione tessendo un solido legame tra arte, cultura e sviluppo mediante un fecondo raccordo tra le diverse realtà coinvolte in questo processo: l’ambito della gestione del patrimonio artistico; quello della ricerca e formazione scientifico-culturale; quello delle Istituzioni politiche del territorio”.
E ancora: “La valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici esige oggi un qualificato investimento formativo per l’acquisizione di specifiche competenze, ma anche capacità progettuali e una speciale attenzione rivolta alla fruizione di questo patrimonio, creando situazioni di coinvolgimento della comunità per mantenere gli edifici vivi”.
Anche l’orario serale del ciclo di incontri vuole invitare professionisti, studenti universitari, progettisti, oltre ad operatori culturali e della comunicazione. (r.c.)