Le pesanti ripercussioni del lockdown sulla didattica colpiscono non solo i ragazzi che frequentano le scuole medie e superiori, ma anche gli adulti di origine straniera che seguono i corsi di italiano realizzati dalle associazioni e che rischiano di vedere vanificato l’impegno di tempo e partecipazione. In questo caso, infatti, parliamo di un’utenza fragile, per cui il contatto umano è particolarmente importante.
“ Il rischio principale è quello di perdere la relazione”.
Tania di Leo, dell’associazione Giro giro Mondo è una docente di grande esperienza, nell’ambito della didattica dell’italiano come lingua seconda.
“ Quando si lavora con questo tipo di utenza fragile, si basa tutto sulla relazione, sul rapporto uno a uno, sul mantenere i rapporti: anche semplicemente ricordare che quel giorno c’è lezione”.
Nell’ambito dell’azione 4 a scuola con i figli del progetto A.p.p.Rendo,
l’associazione Giro Giro Mondo ha avviato lo scorso febbraio un corso di lingua e cultura italiana, dedicato ai genitori non italofoni. Corso che si è interrotto causa lockdown, ma che ha trovato, grazie all’intraprendenza di alcuni docenti, altre modalità per proseguire.
“Insieme ad alcune associazioni del territorio, come Between, Zavatta e Arcobaleno, la nostra realtà ha organizzato delle attività formative rivolte ai genitori dei bambini che frequentano le scuole. Sono partiti una serie di corsi che hanno coinvolto un numero crescente di genitori. In particolare io ho seguito dei corsi di lingua italiana, di livello elementare, rivolti a donne di origine straniera, con i figli a scuola”.
Partito a febbraio, il corso ha rischiato subito di fermarsi, ma gli organizzatori hanno trovato una modalità particolare, one to one, attraverso l’utilizzo di Whatsapp.
“ I computer e i tablet – prosegue Tania di Leo – quando ci sono sono dedicati ai figli che fanno attività scolastica da casa, e quindi rimaneva il telefono con la connessione internet e un giorno ho pensato che potevo contattare le mie studentesse in questa modalità. La risposta è stata molto positiva. La cosa mi ha molto emozionato, perché si percepiva la forza del rapporto umano. Si cominciava chiedendo come stavano, e poi si proseguiva con il corso vero e proprio”.
Le lezioni sono riprese a maggio, con il sostegno del capofila della Cooperativa il Millepiedi, Tania e l’associazione Giro Giro Mondo decidono di proseguire con questa modalità particolare di lezione.
“Per noi era improponible utilizzare altre modalità video, come facevano altre associazioni. Per cui alla fine facevo lezioni individualizzate, con una programmazione molto personale che segue i loro bisogni, e questa cosa si è rivelata molto utile. Io mando materiali tramite foto loro guardano il materiale, per integrare il libro, fanno gli esercizi, li rimandano, a volte a orari anche notturni, perché evidentemente riescono a ritagliarsi quegli spazi”.
“Quando ho saputo che a scuola di mio figlio si organizzava un corso di lingua italiana, ho deciso subito di iscrivermi – racconta Aya, nata in Egitto e arrivata in Italia da 4 anni, con marito e due figlie, l’ultima nata in Italia – Al corso ho incontrato una maestra molto gentile e molto calma che ci seguiva. È stato molto bello tornare a scuola. Purtroppo però è arrivato il Coronavirus e abbiamo dovuto interrompere il corso. E’ stato molto triste. Ma quando la maestra Tania mi ha chiamato e mi ha detto che il corso poteva continuare on line, sono stata molto contenta. Ho potuto scegliere gli orari del corso in base ai miei impegni, e abbiamo programmato insieme tutte le lezioni. La maestra mi ha aiutato molto. Potevo studiare da casa senza uscire e lasciare a casa tre bambini piccoli. Sono felice di poter migliorare nella lingua italiana per i miei figli.”
Blanca, peruviana, 29 anni, arrivata in Italia 6 anni fa, racconta una storia simile.
“ Sono arrivata in Italia 6 anni fa con mio marito e il bambino più grande, mentre il secondo bambino è nato qui. All’inizio mi faceva paura essere in un altro Paese, soprattutto mi faceva paura imparare una nuova lingua.
Pian piano ho iniziato a capire l’italiano, ma non parlavo per paura di sbagliare. Quando il mio figlio più grande ha iniziato la scuola primaria ho iniziato a parlare un po’, ma non era abbastanza per aiutarlo nei compiti. A scuola un’insegnante mi ha parlato del Progetto e del corso di italiano e così ho deciso di partecipare. Per me era molto importante frequentare il corso perché avevo bisogno di parlare italiano con i miei figli. Poi è arrivata la pandemia, le lezioni sono state sospese e mi è dispiaciuto molto.
Quando mi hanno contattato per sapere se ero interessata a continuare il corso da casa sono stata molto contenta. In questo modo ho potuto seguire tutte le lezioni, senza perderne neanche una. Sento di essere migliorata molto e adesso riesco a parlare con i miei figli con molta più facilità. Per questo sono molto felice.”
“ Questa situazione – conclude Tania di Leo – ha messo in evidenza tutte le fragilità del mondo femminile: l’assenza del lavoro, il fatto di avere i figli a casa. Le mamme sono quelle in prima linea. Per accudire i figli, hanno orari legati all’orario del marito (quando c’è), a volte anche al permesso del marito per partecipare al corso”.
A.p.p.Rendo
A.p.p.Rendo, acronimo di A pancia piena rendo meglio è un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fascia di età 5-14 anni. Capofila è il Millepiedi, cooperativa riminese con esperienza trentennale nel settore.
Il progetto si articola su varie operazioni, tra cui la colazione insieme, e anche i corsi di lingua italiana e straniera (ad esempio l’azione 4 di cui si parla qui).