Prevenzione incendi negli alberghi: a che punto siamo? La domanda è legittima se pensiamo che al 31 dicembre manca davvero poco. Per quel giorno gli albergatori dovranno aver ultimato i lavori di adeguamento alla normativa antincendio, sulla base del decreto del 09.04.1994, finora continuamente prorogato. L’attuale rinvio, concesso lo scorso febbraio a favore delle strutture ricettive con oltre 25 posti letto, dovrebbe essere davvero l’ultimo. O forse no. “Ammettere un’ulteriore proroga al 2014 sarebbe sbagliato – aveva detto un mese fa a Ecomondo l’ingegner Fabio Dattilo, direttore centrale per la prevenzione incendi e la sicurezza tecnica del Ministero degli interni – ma se riceveremo richieste di deroghe da parte di chi ha intrapreso un percorso virtuoso, le valuteremo”. Il rischio, per alcuni lo spiraglio, di nuove agevolazioni c’è. E c’è anche un emendamento, proposto dal deputato Pd Tiziano Arlotti, che vorrebbe sospendere il termine di adeguamento per le strutture ricettive fino a 50 posti letto. Risposte concrete invece non ce ne sono, e sull’apertura a nuove concessioni si può solo ipotizzare. “Forse – riflette la presidente di AIA Rimini Patrizia Rinaldis – ci sarà tolleranza per chi è in ritardo con qualche certificazione, o per coloro che hanno completato almeno la prima parte dei lavori”. A preoccupare è infatti una seconda parte dell’adeguamento, legata a interventi strutturali quali la costruzione di scale antincendio, difficile soprattutto negli alberghi del centro storico, o l’ampliamento dei corridoi in strutture particolarmente piccole. Su casi come questi, in cui la normativa risulta inapplicabile, “si sta ora intervenendo anche a livello nazionale”.
Intanto chi ha potuto si è dato da fare. Secondo l’ultimo rapporto ufficiale del Comando dei Vigili del Fuoco gli alberghi della Provincia di Rimini che hanno completato i lavori, o sono in procinto di farlo, sono in tutto 1745, l’88% del totale. Il numero comprende anche le strutture in fase di integrazione e le attività, come gli alberghi stagionali, che sono state ammesse al piano di adeguamento ma potranno ultimare i lavori entro la prossima apertura. Manca ancora la documentazione integrativa di circa 300 alberghi, e soprattutto mancano all’appello 234 strutture che risultano essere prive di ogni istanza. “Tra gli assenti – precisa il vicecomandante dei Vigili del Fuoco Antonio Petitto – potrebbe anche esserci chi ha cessato l’attività e chi non ha trovato nessun possibile affittuario”.
Il risultato è comunque positivo e per nulla scontato, specialmente se si considera l’impegno economico richiesto agli albergatori per adeguarsi alla normativa. La stessa Rinaldis dichiara di aver speso, con 32 camere, 200mila euro. “Il costo – precisa – si deve al fatto che i lavori sono stati eseguiti completamente e tutti in una volta. C’è anche chi si è attivato nel corso degli anni e forse è riuscito a diluire le spese”.
Ma anche i singoli interventi costano. Il serbatoio di contenimento antincendio da solo vale sugli 8mila euro, e poi ci sono le porte tagliafuoco, le centraline, l’assistenza tecnica. In alcuni casi, per ospitare i “nuovi acquisti” è stato necessario modificare l’assetto della struttura, penalizzando così l’estetica. Cristina, che gestisce un albergo di 40 camere, ha dovuto ad esempio rinunciare alla parete di cristallo che abbelliva la sala pranzo. Al suo posto ora “un’orrenda porta di ferro Rei”. In qualità di affittuaria almeno si è risparmiata le spese di ristrutturazione, ma ha dovuto accettare i tempi e le scelte imposte dal proprietario. Insomma i problemi non sono mancati, e nemmeno le preoccupazioni. L’impressione a volte è che “non si finisca mai di essere a norma”.
Isabella Ciotti