Anna Maria Mozzoni – Anche sulle strade, il divario tra i sessi era sensibile, a Rimini. Un gap nella toponomastica, che l’assessorato ha cercato di colmare dedicando alle donne che hanno “tracciato un percorso”, vie, parchi e rotonde. Proprio imbattendosi nella intitolazione di una di queste rotonde (era il 2014), la rotatoria di via Dario Campana nell’intersezione con via Gessi, a Sara Ceccarelli si è accesa la lampadina. La ricercatrice (e fotografa) riminese, autrice di una tesi di laurea sul suffragio femminile in Italia, rimane colpita dalla figura della donna alla quale era stata intitolata la rotatoria, visitando la mostra “Rimini nel nome delle donne”.
Inizia, dunque, il desiderio di approfondire la storia di Anna Maria Mozzoni, che a distanza di poco più di due anni è diventata un libro. “La vicenda di una donna che si è battuta per altre donne affinché, tutte, riuscissimo ad essere quello che siamo, talvolta ancora a fatica, oggi. – dice l’assessore ai Servizi Generali Irina Imola, che ha firmato la prefazione del volume Anna Maria Mozzoni, la vicenda di una donna che si è battuta per altre donne, edito da Panozzo editore con la partecipazione del Soroptmist International club di Rimini – . La stessa Rimini, soprattutto le donne riminesi, furono influenzate dal suo pensiero. La nostra città dunque ritorna in questo libro su Anna Maria Mozzoni, che io vorrei personalmente dedicare a tutte le donne, che, ogni giorno, s’impegnano e lottano per conquistarsi il loro posto nel mondo”.
“C’è un po’ di Rimini in questo libro – prosegue l’Assessore Imola che ne ha curato la prefazione – e non solo perché l’autrice, Sara Ceccarelli, è riminese, così come la casa editrice Panozzo che lo ha editato. C’è soprattutto la Rimini che percorre le sue strade rivendicando cammini di parità. In questi cinque anni di Amministrazione abbiamo cercato di colmare l’enorme divario di genere, presente in ambito toponomastico, dedicando alle donne che hanno «tracciato un percorso», vie, parchi, rotonde e la cui memoria, ci ha indotto e ci induce, ad intraprendere, sempre più consapevolmente, strade di inclusione, equità, giustizia e libertà. In autentica sintonia, dunque, con il pensiero di Anna Maria Mozzoni”.
Nata a Milano nel 1837 (e scomparsa a Roma nel 1920), Anna Maria Mozzoni ha il merito di aver in qualche modo iniziato il discorso sull’ emancipazione femminile, perché le poche donne prima di lei non avevano prodotto una battaglia giornalistica di questo tipo. Grazie alle conoscenze che si è formata negli anni, nelle quali possiamo trovare uomini influenti anche politici, è riuscita a concretizzare la propria battaglia per il diritto di voto fino a portarla in Parlamento mediante una petizione. Grazie alle sue azioni in tutta Italia anche nei piccoli centri si sono formati dei comitati Pro Voto e sono nate numerose riviste. Un comitato Pro Voto è sorto così pure a Rimini con la relativa rivista. “L’ultima parte del libro, relativa a questo aspetto, si compone di documenti inediti che sono riuscita a trovare alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze” racconta l’autrice. Ed è stato proprio questo aspetto ad interessare particolarmente il gruppo Soroptimist che ha appoggiato il progetto.
L’introduzione porta invece la firma del sindaco di Rescaldina. È proprio nella cittadina del milanese che la Mozzoni studia di nascosto, nella biblioteca di famiglia, grazie alla lungimiranza del padre, dopo aver abbandonato il collegio per ragazze nobili ma senza grandi disponibilità finanziarie. Intraprende così quella strada di inclusione, equità e giustizia che l’ha “condotta” fino a Rimini.
Tommaso Cevoli