“Camminare per le strade degli uomini come umili messaggere della Buona Novella”. Così Suor Maria Grazia,responsabile della Comunità ci presenta il particolare carisma delle suore Missionarie della Dottrina Cristiana. La loro comunità si trova nel territorio di Rimini sud, in via Medusa 22, una zona popolata da numerose famiglie.
“Dal 1985 siamo presenti a Rimini con una Comunità di quattro suore: suor Maria, suor Adelaide, suor M. Lorenza ed io – ci spiega suor Maria Grazia – Operiamo nel campo dell’educazione con la nostra Scuola dell’Infanzia “Cristo Re” che è una istituzione educativo-cattolica. Essa si è rapidamente affermata nel territorio, offrendo la sua proposta educativa ad un elevato numero di alunni di scuola dell’infanzia.
La scuola si propone come obiettivo di contribuire alla formazione della personalità completa del bambino sotto il profilo umano, spirituale, sociale, religioso e promuove la crescita relazionale, intellettuale, espressiva, linguistica e logica del bambino.
La gestione educativa della scuola è diretta dalle Suore Missionarie della Dottrina Cristiana, coadiuvate da collaboratori laici che condividono il progetto educativo della scuola.
Attualmente la scuola si compone di tre sezioni il cui numero di iscritti è contenuto entro le trenta unità, in totale 90 bambini; la scuola segue un orario compreso dalle ore 8,00 alle ore 16,00 ed è aperta a tutti, senza nessuna differenza e privilegio. L’opera educativa è significativamente valorizzata dalla collaborazione, l’integrazione, l’impegno e il sostegno delle famiglie con le quali si organizzano incontri trimestrali, ufficiali e formativi”.
Quali rapporti avete con la vostra parrocchia?
“Collaboriamo con la parrocchia di “Gesù Nostra Riconciliazione”, situata nel territorio adiacente alla nostra scuola, nell’ambito della Catechesi. Durante la settimana, e nell’animazione della “Santa Messa delle famiglie” la domenica, insieme al nostro parroco don Domenico Valgimigli, don Stefano Perugini e le catechiste. Abbiamo un ottimo rapporto con loro e con tutti i componenti della parrocchia perché da diversi anni siamo presenti in questa realtà. Inoltre siamo agevolate dal rapporto che c’è tra la nostra scuola e la parrocchia, perché essendo situata nello stesso territorio, c’è una bellissima espressione di continuità che dura nel tempo,sia con i bambini che crescono, sia con le loro famiglie”.
Il vostro servizio va oltre l’ambito parrocchiale?
“Siamo impegnate anche con un gruppo di laici che condividono il nostro carisma sotto diversi aspetti. Uno dei più significativi è lo spazio riservato alla preghiera: il 2 di ogni mese, giorno della fondazione del nostro Istituto Religioso; si prega con i Salmi e il Santo Rosario e leggiamo anche qualche articolo delle nostre Costituzioni. Un altro aspetto è la condivisione dei momenti di convivialità che facilitano la conoscenza e la vita fraterna. Talvolta in questi incontri sono presenti anche i figli.
Infine ci sono gli incontri formativi, circa due o tre incontri all’anno, nella nostra Casa Generalizia a l’Aquila, dove sono presenti i diversi gruppi di laici che condividono il nostro carisma.
A causa del terremoto, che ha danneggiato fortemente le nostre case (la scuola dell’infanzia e quella elementare, la casa di fondazione che ospitava le universitarie), questi incontri sono stati sospesi nella speranza che riprendano presto. I laici impegnati con noi hanno condiviso questo momento soprattutto nei diversi viaggi a l’Aquila per portare soccorso materiale e spirituale”.
Dal 1985 ad oggi, quali differenze notate nell’annunciare la Buona Novella?
“Più che diverso, oserei dire più impegnativo, visto il contesto socio-culturale che è mutato notevolmente e che cambia continuamente.
Sono certa però che bisogna “non mollare” e mettercela tutta, rincorrendo metodi e strategie che siano adeguate alle esigenze delle attuali famiglie e nuove generazioni”.
Cosa significa per voi educare?
“Educare per noi è soprattutto accogliere e accompagnare l’altro come espressione di ricchezza per il bene comune. È mettersi al fianco senza fare ombra e avere rispetto dell’originalità e irripetibilità di ognuno, pur conducendolo per mano sulle strade della vita!”.
Tanti bambini provengono da famiglie non cattoliche, figli di immigrati. Questo comporta delle difficoltà?
“Nel nostro territorio non ci sono tanti bambini stranieri, ma quando incrociano il nostro cammino li accogliamo a braccia aperte come Gesù: “Lasciate che i bambini vengano a me”.
Questo è e deve essere lo spirito delle suore Missionarie della Dottrina Cristiana che , come citano le nostre Costituzioni, devono “insegnare ad ogni ceto”. In forza di questa esortazione, operiamo anche in terra di Missione: a Makqua nel Congo Francese, in Bolivia ad Hardeman, Santa Crutz, Cocciabamba, con molteplici opere educativo-assistenziali, nelle carceri e, soprattutto, per il nostro specifico nei villaggi catechistici, dove si preparano i futuri catechisti scelti tra le stesse famiglie che evangelizziamo. Tutto questo è e sarà sempre affidato alle mani operose di Dio, di Maria Santissima e della nostra Madre Fondatrice Madre M. Francesca De Sanctis”.
Pagine a cura di Francesco Perez