Tra poco – il 28 ottobre, per la precisione – Rimini avrà finalmente di nuovo il suo teatro. E così, dopo settantacinque anni (forse un record per l’Italia, anche se non quelli di cui andare fieri), la sessantanovesima Sagra Malatestiana si terrà in una sede appropriata. Non che fosse poco adatto il magnifico tempio dell’Alberti, dove si è tenuta la manifestazione a partire dal primo anno – il lontano 1950 – fino al 1990: tutt’altro, ma il salone fieristico – sia quello vecchio sia quello del nuovo Palazzo dei Congressi che poi ne ha preso il posto – non è certo un luogo deputato alla musica e ai riti di un festival.
In questa fase di transizione è cambiato anche il periodo: la Sagra non sarà più alla fine dell’estate, in settembre, ma il cartellone sinfonico vero e proprio – quello che da sempre la caratterizza – è stato posticipato all’autunno per essere accolto nel rinato Teatro Galli. Nel frattempo, seppure un po’ in sordina, sono già cominciati i concerti, dislocati in varie sedi cittadine e non solo. Il 5 agosto, alla Pieve di Santarcangelo, la manifestazione è stata ufficialmente inaugurata dall’ottimo PianoCellos Trio, seguito – il giorno dopo – da un’affollatissima serata Stockhausen nel complesso degli Agostiniani. Adesso è il momento della musica antica, che ha trovato in Castel Sismondo la sua cornice ideale. Venerdì 31 la clavicembalista Emanuela Marcante e il flautista Daniele Tonini – già protagonisti gli anni scorsi d’interessanti appuntamenti – accosteranno musiche di Monteverdi, Marco da Gagliano, Bononcini, Händel e Ariosti in un percorso dal titolo accattivante: Inseguire Dafne. Il 5 settembre, ma questa volta alla Chiesa del Suffragio di Savignano, toccherà alla Cappella Musicale di San Giacomo Maggiore di Bologna con una selezione di brani dedicata al compositore napoletano Andrea Falconieri: Il seicento italiano alla spagnola. Il 6 ottobre, al Teatro degli Atti, da segnalare una serata dell’Überbrettl Ensemble incentrata su Giovanni Salviucci (compositore romano, ricordato soprattutto come padre di Giovanna Marini) e lunedì 8 ottobre, ma questa volta al Cinema Fulgor, sarà proiettata La Chute de la Maison Usher, famoso film del 1928 di Jean Epstein, con l’accompagnamento dal vivo di musiche di François Couperin eseguite dal clavicembalista Marco Corradini Rossi. Né va dimenticata, in questa ricognizione, la serata del 10 novembre, con un concerto interamente dedicato – questa volta proprio al Teatro Galli – a Nicola Piovani, tra i più famosi autori di musiche da film, compresi alcuni per Fellini, che vedrà la partecipazione dello stesso compositore al pianoforte.
Tre sono gli appuntamenti cameristici, la domenica pomeriggio, che andranno ad intrecciarsi con la programmazione sinfonica, e tutti ospitati al Galli. Il 18 novembre, le due sorelle Katia e Marielle Labèque, insieme ai percussionisti Gonzalo Grau e Raphael Seguinier, si cimentano in un omaggio a Leonard Bernstein nel centenario dalla nascita. Il 16 dicembre tocca invece al Quartetto d’archi della Scala (ossia Francesco Manara e Daniele Pascoletti, violini, Simonide Braconi, viola, Massimo Polidori, violoncello) proporre prima il Quartetto n.14 in sol maggiore K.387 di Mozart, poi il Quintetto per archi in do maggiore op.136 D.956 di Schubert: per l’occasione a loro si unirà un altro violoncellista, Giovanni Sollima. Infine, il 22 dicembre, una serata vocale verdiana con il baritono Luca Salsi, il soprano Gladys Rossi e il mezzosoprano Anna Malavasi, accompagnati al pianoforte Davide Cavalli.
Comincia invece mercoledì 21 novembre, con replica il 25, la prima serata sinfonica al Galli: protagonisti l’Orchestra e il Coro del Teatro Comunale di Bologna, diretti dalla bacchetta di Michele Mariotti, impegnati in un programma rossiniano che, dopo la sinfonia e le danze del Guillaume Tell, proseguirà con lo Stabat Mater: solisti Salome Jicia, Veronica Simeoni, Paolo Fanale e Mirco Palazzi. Non si tratta solo di un omaggio obbligatorio al compositore pesarese nel centocinquantenario dalla morte, ma di un ideale collegamento con la prima stagione del Galli, quando nel cartellone 1857, insieme a Trovatore, Lucrezia Borgia e Aroldo, figurava – proprio per due serate – anche lo Stabat di Rossini.
Per il secondo appuntamento, il 30 novembre, con replica sabato 1 dicembre, sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio di Torino salirà il direttore riminese Manlio Benzi (nella foto), impegnato in un programma che accosta famose pagine sinfonico-corali verdiane (Aida, La traviata, Macbeth e Don Carlo) ad altre di Wagner (Olandese volante, Parsifal, Tannhäuser). Il terzo e ultimo appuntamento – 3 e 4 dicembre – è all’insegna della danza. Il violinista Vadim Repim, impegnato nella duplice veste di solista e concertatore dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, si cimenterà in una serie di celebri brani dove avrà modo di sfoggiare il suo non comune virtuosismo. La parte coreutica, invece, è affidata ad alcune stelle russe tra cui spicca Svetlana Zakharova, prima ballerina del Bol’shoj.
Giulia Vannoni