“Quello delle periferie è un tema che nasce dalle suggestioni, dalle provocazioni e dalle sfide che riecheggiano negli interventi di Papa Francesco, fin dai suoi inizi, e che ci ha rilanciato nel nostro impegno”. Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, spiega così il titolo della 35ª edizione del Meeting, in programma dal 24 al 30 agosto a Rimini: “Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo”. Si tratta di un “cammino in uscita che va incontro ai popoli e coglie l’occasione per dare loro la voce”.
Ricco il programma che prevede oltre 100 convegni, 14 esposizioni, 17 spettacoli e 10 manifestazioni sportive, con 4.000 volontari all’opera. Tanti i temi che verranno dibattuti nei padiglioni della fiera riminese da politici – è prevista la presenza di sei ministri – imprenditori, tra cui il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e l’amministratore delegato di Fca (Fiat), Sergio Marchionne. Con loro, esperti, docenti universitari, come Aleksandr Filonenko, docente di filosofia all’Università ucraina di Char’kov; Javier Prades López, rettore dell’Università San Dámaso di Madrid; Maamoun Abdulkarim, direttore generale delle Antichità di Siria; Usamah Elabed, presidente dell’Università di Al Azhar (per il programma completo si può consultare il sito www.meetingrimini.org).
“Il tema delle periferie – spiega ancora Emilia Guarnieri – rimanda a quello dell’apertura, dell’andare a incontrare l’uomo ovunque, in qualunque contesto, per trovare prospettive positive, che ci ha sempre provocato”.
Presidente Guarnieri, che messaggio intendete lanciare al Meeting 2014?
“Il messaggio è che trovare prospettive positive anche in situazioni di crisi e di conflitti, è possibile. Lo è in forza dell’esperienza cristiana che apre e non chiude, che riafferma la sua certezza proprio perché la gioca, la sperimenta e la paragona con la ricerca di verità di tutti. La forza del Meeting in tutti questi anni è stata quella di avere contagiato di una passione per la vita tutti coloro che liberamente si sono lasciati contagiare. Questo è il messaggio, ma anche la sfida da cogliere”.
Ma come è possibile abitare periferie del mondo e dell’esistenza oggi rappresentate da Paesi in conflitto, ondate migratorie, diritti non rispettati, futuro incerto per le nuove generazioni, ricerca di libertà, violenza contro le minoranze, in primis quella cristiana, senza cedere allo sconforto, senza arrendersi?
“Il Meeting si è sempre appoggiato sul desiderio del cuore dell’uomo. Esso è capace di desiderare il bene, la verità, la libertà, il dialogo, l’amicizia e l’incontro con tutti. Questo è il punto di forza. Il problema di oggi è che viviamo in una cultura che pare anestetizzare questo desiderio che invece va educato, alimentato, accompagnato. Come cristiani non possiamo non desiderare che questa aspirazione del cuore dell’uomo incontri Qualcuno che la renda certa e le dia l’energia di costruire in nome di questo desiderio. Cristo è la compagnia per il cuore dell’uomo”.
Uno dei grandi temi che il Meeting lancerà quest’anno sarà la documentazione della situazione di violenza, di guerra, d’inimicizia che il mondo soffre, attraverso il racconto di testimoni diretti, tra loro il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa…
“Il testimone nella storia dell’umanità e del Cristianesimo è colui che manda avanti il mondo. Il Cristianesimo si è diffuso per la forza dei testimoni. L’ansia di verità e di libertà dei popoli si sono diffuse per il sacrificio di tanti uomini che hanno messo il loro desiderio di verità davanti ad ogni altra cosa. La storia stessa dell’Europa è figlia di una storia di uomini”.
Siamo alla 35ma edizione del Meeting. Ci sono parole chiave che possono raccontare questa storia?
“Una prima parola è <+cors>amicizia<+testo_band> e si richiama alle origini del Meeting e al suo slogan, ‘per l’amicizia fra i popoli’. Altre parole fondanti questa storia sono poi quelle contenute nella consegna che ci lasciò nel 1982 Giovanni Paolo II, quando disse: «costruite la civiltà della verità e dell’amore». Un’altra parola è bellezza e nasce dalla riflessione che ci inviò, nel 2000, l’allora cardinale Joseph Ratzinger. La bellezza è un altro grande snodo dell’esperienza del Meeting, intesa come bellezza della vita, della testimonianza, della storia. Ultima parola, e siamo ad oggi, è periferia come meta di un cammino in uscita che ci vede impegnati in prima persona a incontrare quanta più gente possibile. È per questo motivo che facciamo il Meeting”.
Daniele Rocchi