È un momento difficile. La pagine dei giornali si riempiono di storie di persone care che non sono più con noi. Una Spoon River che non avremmo desiderato, soprattutto in questo tempo di paure e incertezze.
I quotidiani riminesi, con un bel servizio, hanno dedicato molte pagine alla ricca figura di don Giorgio Dell’Ospedale, come nei giorni precedenti molto spazio commosso era toccato a quella del piccolo Lorenzo di Villa Verucchio.
In quelle stesse ore i grandi media ci raccontavano l’ultimo saluto a importanti e amati personaggi, come Gigi Proietti, padre Bartolomeo Sorge, Sean Connery, come a tante persone che dopo essere dolorosamente passate per le terapie intensive, stanno di nuovo facendo lievitare il triste numero delle vittime per la pandemia.
A questo lungo, sterminato, drammatico elenco vorrei aggiungere un amico, Marco Prina, uno zingaro shinto, con gravi handicap, che chiamavo “Pillola” da quando – a metà degli anni ’70 – l’avevo incontrato, bambino, ai campeggi a Canazei, con don Oreste.
Pillola aveva molti problemi, che il tempo, nella sua vita di emarginato, avrebbe aggravato, fino ad un’esistenza negli ultimi anni da cane randagio. Molti riminesi l’avevano imparato a conoscere, come del resto quelli del 118, più volte accorsi per assisterlo nelle sue crisi nervose e, almeno verbalmente, violente.
Gli ultimi anni sono stati davvero duri per lui e per i suoi familiari. Ma non è morto solo, sulla strada. Anche se fortemente debilitato, ormai in carrozzina e con un solo restante filo di voce, ha vissuto sereno gli ultimi mesi alla Capanna di Betlemme, accolto e accudito, come forse qualcuno avrebbe dovuto fare in precedenza.
Con tutto questo accavallarsi di emozioni, nel giorno della Commemorazione dei morti, ho iniziato la celebrazione della Messa per loro e con loro, immaginando la ressa di questi giorni alle porte del Paradiso, con san Pietro sorridente che accoglie questi amici, tutti un po’ indisciplinati nell’attesa, come del resto era nel loro spirito.
Aspettano il loro turno, con Proietti che racconta l’ultima a Pillola, e padre Sorge che domanda a Sean Connery notizie sull’atteggiamento della Scozia sulla Brexit. Don Giorgio, come ha fatto per 47 anni nel campetto accanto agli Angeli Custodi, giochicchia a pallone (lui che non ha davvero un piede fatato) con il piccolo Lorenzo, che invece ci sa fare.
Ed è proprio Lorenzo, insieme a Pillola, il primo ad essere chiamato ad entrare.
“Calma, calma, c’è posto per tutti, – il vocione di Pietro si fa sentire sul mormorio di chi attende – ma il Capo ha dettato le precedenze, quando ci ha fatto ben capire che i piccoli ci precederanno nel Regno dei cieli”.
Così la Messa continua ed io sorrido al pensiero di quanti amici ho già in paradiso.