Ottantacinquesimo posto su 116 comuni capoluogo presi in esame. È questo il poco lusinghiero risultato che racimola Rimini nella classifica dei Comuni più attenti alla compatibilità con l’ambiente. Cinque posti più in basso dello scorso anno, a pari merito con Napoli e ben distante dalla vetta di Trento, ma anche dalla maggior parte delle realtà emiliano romagnole. A mettere in fila gli indicatori ambientali urbani è l’ISTAT e, probabilmente, a pesare negativamente è stato l’aumento degli sforamenti di Pm10. Dal 2009 al 2010, infatti, sono passati da 36 a 58, una delle crescite più consistenti in Italia anche se ben distante dai 113 del 2003. Rimini si conferma tra le prime tre produttrici di rifiuti con 878,1 kg per abitante (terza in Italia), un dato in crescita di 20 kg rispetto al 2009. Ma siamo anche tra i 34 comuni che hanno superato il 50% di differenziata (50,9%, +7,3 sullo scorso anno). Elevato anche il tasso di motorizzazione con 603 veicoli ogni mille abitanti e 212 moto. In calo, invece, la richiesta di mezzi pubblici che nel 2010 hanno trasportato 85,8 viaggiatori per abitante. Altro indicatore preso in esame quello del consumo dell’acqua che si attesta a 58,8 metri cubi per abitante, in diminuzione sul 2009 e inferiore alla media nazionale. Il 99,5% dei riminesi risulta poi servito da impianti di depurazione. Elevati e in crescita i consumi di gas: 583 metri cubi per abitante contro i 509 dello scorso anno. In lieve calo quelli di energia elettrica: 1.182 kwh per abitante. La potenza fotovoltaica installata su edifici comunali è invece di 1,1 kw per abitante, in media con i dati nazionali. Rimini risulta tra i comuni più attivi in tema di controlli sull’inquinamento acustico con 33 monitoraggi ogni 100mila abitanti, anche se nel 2010 non aveva ancora approvato la relazione sullo stato acustico del territorio (obbligatoria per i comuni con oltre 50mila abitanti).