L’emergenza sanitaria si è abbattuta, strisciante come il virus, anche sulle coppie in procinto di sposarsi. Le risposte sono state diverse. C’è chi ha rimandato il matrimonio e chi, invece, ha deciso di salire ugualmente all’altare, adattandosi alle rigorose norme imposte, posticipando i festeggiamenti ad un momento di maggiore serenità.
In ogni caso, questo periodo storico resterà extra-ordinario e anche la fotografia vuole fissare l’unicità del momento. La suggestiva idea è della riminese Chiara Medici che le nozze le ha nel Dna (nel 2017 ha fondato lo studio effe[11]-fotografia con il quale si occupa in particolare di fotografia di matrimonio) e ha iniziato a “inquadrare” i promessi sposi ai tempi del Covid-19: nasce così “Almost Married”, progetto nato per raccontare questo periodo storico attraverso i volti e le parole delle coppie.
“L’obiettivo del progetto è duplice: – spiega sorridente la fotografa freelance riminese, una formazione iniziata in Spagna e proseguita negli Stati Uniti – da una parte creare uno spazio dove i futuri sposi possano condividere la loro esperienza e sentirsi un po’ meno soli; dall’altra raccontare attraverso il loro vissuto questo periodo storico unico e che tanto sta influenzando il nostro modo di vivere”. Le testimonianze lasceranno un segno nella storia, magari non in quella con la S maiuscola, dei libri di scuola, ma in quella fatta dalle persone che hanno vissuto al tempo del coronavirus.
Come funziona “Almost Married”? Alle coppie che decidono di partecipare è inviato un questionario: uno strumento per facilitare il racconto della loro storia di matrimonio. Pensieri e riflessioni che lui e lei sentono importante condividere.
Una volta ricevute le risposte, le coppie vengono invitate da Chiara Medici ad una videochiamata con l’applicazione Zoom, una delle tante realizzate in quarantena: in questa occasione viene scattato un loro ritratto da associare al testo. “Con questo tipo di approccio, partecipativo, – prosegue Chiara – le coppie diventano prolungamento fisico della fotografa, ed il processo che porta
all’immagine finale è frutto di una stretta collaborazione tra fotografa e soggetti”.
Il ritratto viene scattato con una reflex digitale che fotografa lo schermo del computer che a sua volta mostra l’immagine catturata dai cellulari di ogni coppia. La qualità dell’immagine è quindi soggetta a molte variabili che non è possibile controllare, come la qualità della connessione internet e della telecamera dei diversi dispositivi mobili. Questo, lontano dall’essere una nota negativa, è parte fondamentale del progetto: rappresenta infatti i mezzi e le modalità con cui tutti ci siamo trovati in questo periodo ad avere contatto con l’altro.
Il progetto attualmente può essere seguito sulla pagina Facebook (Almost Married), su Instagram e sul sito web (www.effe11.it).
L’obiettivo finale, però, è di farne una pubblicazione cartacea indipendente. E poliglotta. Inizialmente “Almost Married” si rivolge alle coppie di tutta Italia, ma vorrebbe espatriare e coinvolgere le coppie di tutte le parti del mondo coinvolte nella pandemia. Sono già quindici le coppie che hanno aderito al progetto, come Ilaria e Michele di San Mauro Pascoli (box a fianco). E arrivano un paio di richieste quotidiane.
“Credo che le testimonianze di queste persone, nel loro insieme, siano uno spaccato della vita di tutti noi. – chiosa Chiara mentre osserva gli ultimi scatti dei ’promessi sposi’ – Apportano una visione molto singolare sulla società e su come la pandemia abbia improvvisamente cambiato i nostri piani, costringendoci a confrontarci con chi siamo”.
Tommaso Cevoli