Gola e naso che prudono. Occhi che lacrimano, difficoltà a respirare e starnuti a volontà. Ebbene sì, con l’avvicinarsi della primavera si avvicina anche il periodo dell’anno più odiato da tutti coloro che soffrono di allergia: quello delle fioriture e della diffusione dei pollini. Una dinamica, quella delle allergie che si scatenano a inizio primavera, ovviamente conosciuta, normale, cui tutti siamo abituati ad assistere. Nella storia recente, però, parlare del fenomeno della diffusione delle allergie deve tenere in considerazione ulteriori elementi. Tra i più importanti: lo smog e i cambiamenti climatici. Quanto influiscono questi due fenomeni sulla sensibilità delle persone alle allergie? Stanno nascendo delle “nuove allergie”? Come comportarsi e qual è la situazione nel nostro territorio?
Domande che abbiamo posto al dottor Gabriele Cortellini (nella foto), responsabile dell’Ambulatorio di Allergologia dell’ospedale di Rimini (reparto del dottor Ballardini), che assieme al dottor Domenico Lippolis e alla dottoressa Annalisa Santucci si occupa proprio di questi temi.
Dottor Cortellini, partiamo da un’ottica generale. Qual è la situazione attuale della diffusione di allergie?
“Le percentuali di pollini dispersi nell’aria in questo periodo non sono estremamente diverse da quelle dello stesso periodo degli anni scorsi. In generale, dunque, possiamo dire che ci troviamo in una situazione di normalità. Anche per quanto riguarda il territorio di Rimini possiamo tranquillamente evitare di fare terrorismo dal punto di vista delle allergie”.
Nelle ultime settimane si è parlato molto di una primavera arrivata in anticipo. Di conseguenza, stiamo assistendo a una diffusione precoce delle allergie?
“Sicuramente abbiamo avuto un clima, soprattutto nell’inverno appena trascorso, non solo asciutto ma anche secco. È dunque probabile che la concomitanza di questi fattori abbia influito sulla germinazione precoce delle piante e la conseguente diffusione dei pollini nell’aria”.
Di quali pollini stiamo parlando?
“In questo periodo assistiamo soprattutto alla diffusione di pollini di cipresso. Pollini che hanno una stagione molto lunga, iniziando addirittura a metà gennaio e finendo circa a fine maggio, con la possibilità, per alcune tipologie di cipresso che hanno impollinazioni tardive, di arrivare anche a settembre e ottobre. Ma altri fattori importanti da considerare nel trattare questo tema sono quelli del clima che sta cambiando e dello smog, che influiscono sulla diffusione di allergie, anche nuove, in vari modi”.
Quali, nello specifico?
“Parlando di cambiamenti climatici, continuando a focalizzarci sui pollini di cipresso, basti pensare al fatto che stanno sparendo le nebbie. Anche allargando la prospettiva, in quasi tutta la Pianura Padana, da sempre caratterizzata dal fenomeno della nebbia, se ne trova sempre meno. E questo, unito a una generale scarsità di precipitazioni, sempre dovuta ai cambiamenti climatici, porta a una maggiore facilità sia di germinazione sia di diffusione dei pollini”.
E per quanto riguarda lo smog?
“L’aumento dello smog e, contestualmente, la diminuzione di piogge e quindi una maggiore presenza del sole, porta a una reazione fotochimica tra i raggi ultravioletti del sole e l’anidride solforosa (il classico smog degli scarichi delle auto), che come risultato produce l’ozono. L’ozono è molto irritante per i polmoni, è molto asmogeno.
La stessa cosa poi si accentua quando ci sono forti temporali: i fenomeni temporaleschi, con le scariche d’acqua e la tensione elettrica dei fulmini che si accumula, portano anch’essi alla liberazione di ozono. Per questo è possibile registrare un vero e proprio ‘asma da temporale’, ed è un caso tipico che in presenza di temporali gli asmatici allergici debbano recarsi addirittura in Pronto Soccorso”.
Lo smog può avere conseguenze anche in altri modi?
“Lo smog ha prodotto un altro fenomeno, detto ‘polisensibilizzazione’. Solo 30 anni fa, se ci si recava a svolgere un test sulle allergie, solitamente si poteva verificare di essere sensibili solo a uno o due allergeni. Se ci si sottopone oggi agli stessi test, è possibile accertare la propria allergia a numerose sostanze contemporaneamente. Questa è la polisensibilizzazione, ed è dovuta al fatto che lo smog stimola eccessivamente il sistema immunitario, portando a una iperattivazionedelle cellule che producono IgE (immunoglobine E, anticorpi) verso moltiallergeni e non più verso uno solo”.
Ci stiamo focalizzando solo sulle allergie legate all’aria. Ma quale relazione può esserci tra queste e le allergie alimentari?
“Nelle allergie inalatorie, nello specifico quelle legate ai pollini, le persone si sensibilizzano verso molti componenti allergenici presenti nel polline stesso. Tra questi componenti ce n’è uno che si chiama profilina che è presente anche nelle verdure fresche e nella frutta. Quindi può accadere che una persona allergica ai pollini si trovi a soffrire, magari senza sapere perché, di pizzicore alla gola qualora mangi verdure o frutta fresca, come mela, melone o pesca. È la cosiddetta ‘sindrome allergica orale’. Quindi sì, ci sono correlazioni tra allergie respiratorie e alimentari”.
In generale, quale crede che sia il miglior modo di affrontare le allergie di cui parliamo?
“Credo che la vaccinoterapia possa essere considerata come un eventuale aiuto e supporto rispetto alla tradizionale terapia farmacologica. La vaccinoterapia permette di curare i sintomi soprattutto oculari e respiratori, ma anche quelli asmatici. È un trattamento preventivo e in grado di mantenere gli effetti a lungo termine.
Parlando dell’asma, una delle reazioni allergiche più delicate, la terapia farmacologica ha effetti molto brevi, dopo pochi giorni dall’ultimo farmaco si torna a stare come prima. Con la vaccinoterapia, invece, gli effetti possono prolungarsi anche per diversi anni. Futuribilmente, dunque, è una buona strada da seguire”.
In cosa si sostanzia la vaccinoterapia?
“Ci sono vaccini per via sottocutanea, come già si faceva in passato. Ma oggi ci sono anche vaccini per pollini, in particolare per graminacee, in forma di compresse per uso orale, da sciogliere sotto la lingua, che sono farmaci che vengono passati dalla mutua con apposito piano terapeutico. Grazie a questi vaccini riusciamo ad intervenire su pazienti che con i farmaci non riuscivano a risolvere i propri problemi. Inoltre, la vaccinoterapia ha il pregio di essere molto semplice, i pazienti possono seguirla autonomamente a casa propria e non ha effetti collaterali importanti, se non l’eventualità di un leggero pizzicore alla lingua”.