Classifica sulla sicurezza: secondo i dati del Ministero dell’Interno riferiti al 2012, con 7.562 reati denunciati ogni 100mila abitanti, Rimini si conferma al secondo posto dopo Milano (8.348) e davanti a Bologna (7.180), con un aumento del 6.48% rispetto al 2011. A dirlo “Il Sole 24 Ore” che ha pubblicato la sua annuale classifica. Qualcuno potrebbe dire sai che novità!. Del resto ogni volta è sempre la stessa storia. In realtà qualcosa di diverso c’è. E non arriva dai numeri, ma dai commenti del presidente della Provincia, Stefano Vitali, e dal sindaco di Rimini, Andrea Gnassi che si dicono molto preoccupati.
“Il tradizionale report de «Il Sole 24 Ore» sull’incidenza dei reati denunciati – sottolinea Vitali – si chiude con la presenza del territorio riminese su quel podio di cui avremmo fatto anche stavolta volentieri a meno. Lascio per un attimo in disparte le pur ragionevoli spiegazioni tecniche presentate dallo stesso quotidiano economico (la correzione statistica consegnata dalla dimensione metropolitana di Rimini «che grande diventa d’estate con l’arrivo di turisti e rischi al seguito; la propensione comunque alta alla denuncia di illegalità, segno di fiducia nelle istituzioni, rispetto ad altre aree italiane storicamente problematiche ma statisticamente virtuose») e sottolineo, invece, l’aspetto che dovrebbe destare l’attenzione maggiore: un aumento dei reati pari al 6.45% tra 2011 e il 2012. Un dato confermato anche da alcune recenti sensazioni circa la comparsa della microdelinquenza in zone prima tranquille, dall’allarme per l’incremento di furti in Valmarecchia e in Valconca, al progressivo e costante avvicinamento della prostituzione ai centri urbani”.
Colpa, secondo il numero uno di Corso d’Augusto, anche della crisi.
“Indubbiamente questo periodo di grande difficoltà economica dà coraggio alla criminalità e si accompagna alla rischiosa regressione degli investimenti in sicurezza dello Stato. La questione degli organici di polizia ne è purtroppo spia. Ma c’è anche un’attività di prevenzione ed è paradossalmente ancora più complessa di questi tempi: cercare di mantenere compatte e legate l’una all’altra le diverse aree dello stesso territorio. È il famoso effetto «sprawl», la dispersione urbana che, se non sostenuta adeguatamente da servizi, pone le basi per una marginalizzazione delle stesse aree, a quel punto a rischio degrado”.
Tornando ai numeri del report. Rimini è quarta per furti con destrezza (716 ogni 100mila abitanti, più 14%); quinta per gli scippi (70, ma con un meno 8%) e nona per le rapine (101, con un più 13%). C’è come sempre da tener conto dell’incidenza turistica, ma dopo il calo del 2010 negli ultimi due anni il trend è tornato in aumento. Non consola più di tanto il fatto che i reati siano in aumento anche a livello nazionale, con un più 1.3% con un più 15.5% per i furti in abitazione, un più 13.1% per gli scippi e un più 11% per i furti con destrezza.
“Ogni anno – attacca Gnassi – ci troviamo a chiedere rinforzi e ogni anno ci troviamo con uomini in meno, con le forze dell’ordine costrette al super lavoro per garantire un costante presidio del territorio. Noi amministratori lavoriamo perché a Rimini, città dell’accoglienza, arrivi un numero sempre maggiore di turisti, ma dall’altra parte lo Stato non riconosce ancora le dimensioni e le caratteristiche della nostra realtà”.
Insomma, la “giustificazione” dei turisti estivi non basta più.
Francesco Barone