Alla fine dell’annata turistica 2023, in provincia di Rimini, mancavano un milione e mezzo di pernottamenti per tornare ai livelli pre Covid (2019).
Per recuperare definitivamente i vecchi numeri si sperava nel 2024, ma i dati provvisori del periodo gennaio-settembre non rispettano questa attesa e i pernottamenti sono ancora, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ad un -8,5%. Vanno meglio le presenze straniere, che hanno già recuperato e superato i livelli pre pandemia, male, invece, gli italiani, che sono la fetta più consistente, ancora sotto del 13%. Percentuale di ritardo che sale al 17 nel comune di Rimini e addirittura al 20 a Cattolica.
Negativi anche gli arrivi, soprattutto degli italiani, che i visitatori stranieri, pure in crescita, non riescono a compensare. Insomma, un quadro non allegro, che potrebbe addirittura anche peggiorare. Perché il Rapporto Coop 2024, su elaborazione di Nomisma, ci dice, sulla base di un sondaggio di questa estate, che la spesa delle famiglie italiane dei prossimi 1218 mesi, per viaggi e vacanze, in Italia e in Europa, scenderà del 24%. Con tagli ancora maggiori per momenti di svago fuori dall’Europa. Eppure, anche se a tassi più contenuti, come scrive l’Osservatorio Travel Innovation del Politecnico di Milano, presentato al Ttg di Rimini, il mercato del ricettivo, in Italia, dopo essere cresciuto del 12,5 nel 2023, superando in valore 36 miliardi di euro, continua a segnare una evoluzione positiva anche nel 2024.
Dallo stesso Osservatorio emerge che quattro italiani su cinque scelgono la vacanza con la famiglia, percentuale che scende a tre su quattro per tedeschi e svizzeri, un po’ meno per gli americani.
Un dato cui prestare attenzione: gli americani, che sono tra i viaggiatori col maggiore potere di spesa, arrivano in Italia in aereo, ma poi si spostano lungo lo Stivale con i treni veloci. Lasciando ovviamente fuori le località, vedi Rimini, non ancora raggiungibili con questo mezzo. Una seconda novità del mercato riguarda la crescita di un segmento che sta emergendo, in particolare all’estero: sono i viaggiatori solitari. Sono il 7% in Italia, ma salgono al 12% in Germania e al 18% negli Usa. Shopping, visite a musei e monumenti, infine le attività di relax e benessere, sono le prime tre attività scelte nei luoghi di destinazione. Senza disdegnare, in modo trasversale, una sana esperienza enogastronomica: attività svolta, secondo il paese d’origine, da tre a quattro viaggiatori su cinque. Un ultimo appunto sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale generativa (sarebbe meglio chiamarla elaborazione artificiale) in fase di ispirazione e organizzazione del viaggio: viene utilizzata da un viaggiatore italiano su sei, da uno svizzero su cinque e da due americani su cinque. Questi sono solo alcuni spunti per aggiustare il tiro all’offerta turistica locale e recuperare il tempo perduto.
Tempo che il distretto balneare veneto ha già recuperato.