L’incidente in bicicletta, la vita appesa ad un filo, il coma. Poi la risalita, lenta e complicata. Sei mesi in ospedale, seguiti da una faticosa riabilitazione. Un percorso ad ostacoli, quello di Marco, da affrontare con un busto rigido. I suoi compagni di classe, studenti dell’istituto ‘Belluzzi – Da Vinci’ di Rimini (allora in terza classe), non restano insensibili di fronte all’accaduto. E la riabilitazione sollecita questi giovani “inventori” a cercare una soluzione che possa andare incontro alle esigenze dell’amico e di quanti versano nelle medesime condizioni. “L’ora di ginnastica rappresentava un limite quasi insormontabile – racconta Nicolò Vallana – ma anche le gite diventavano delle salite ripide: era necessario sempre rintracciare un tragitto consono per Marco (nome di fantasia). Ci siamo guardati in faccia e abbiamo detto: nel 2018 non è possibile che esistano solo busti del genere!”.
Una ricerca su Internet non conduce a nulla. Nasce così a tavolino l’idea di Nicolò Vallana ed Edoardo Puce, di Rimini, e Luca Fermi di Misano Adriatico, di realizzare un busto che permetta a Marco una vita migliore.
Dopo sei mesi di duro lavoro, nel laboratorio di casa e al FabLab dell’istituto ‘Belluzzi – Da Vinci’ ha preso forma il busto ortopedico flessibile, altamente tecnologico, che può migliorare le condizioni di vita del giovane amico reduce dall’incidente.
A questo tris di neo diciottenni giovani ideatori per solidarietà, il Presidente Mattarella conferirà il 13 marzo al Quirinale (insieme ad altri 26 ragazzi, tra i quali una scuola di Riccione ed un altro riminese) l’attestato d’onore di “Alfiere della Repubblica”, per essersi “distinti come costruttori di comunità”.
Quello che per i tre studenti era un impegno scolastico e innocuo, in poco tempo “abbiamo compreso che possedeva grandi potenzialità” ammette Nicolò. Questa maglia, e non più il tradizionale busto rigido, può cambiare le regole del gioco.
Marco nel frattempo diventa il modello del prototipo, l’esperto suo malgrado al quale chiedere lumi sul prototipo stesso, sui materiali e sulla resa.
Il tecnologico busto ideato dai tre amici è stato poi presentato alla Fiera dei giovani scienziati Fast di Milano e il prototipo “Techno B Brace”, l’applicazione contro il mal di schiena, è risultata finalista del concorso europeo “I giovani e le scienze” alla Fiera della tecnologia di Dublino, oltre ad aver vinto l’edizione 2018 di “Make to Care”, promosso da Sanofi Genzyme, che ha permesso ai tre ragazzi un’esperienza formativa in Silicon Valley. “È stata una settimana fantastica – ammettono in coro i tre studenti – trascorsa in un luogo che è un vero paradiso per la tecnologia e le start up. Materiali, persone, co-working: tutto concorre a far sviluppare idee e progetti”.
La loro maglia nata dall’osservazione e per l’amicizia con Marco, ha convinto il Presidente Mattarella a sceglierli tra gli “Alfieri” di una Italia giovane e buona, modelli positivi e di cittadinanza e costruttori di comunità ai quali il Capo dello Stato conferirà al Quirinale l’attestato d’onore.
“Da idea a passione, da progetto a – chissà – lavoro: sarebbe la conclusione a occhi aperti di un sogno” rilancia Nicolò.
Attualmente i tre giovani riminesi stanno mettendo a punto la start up, e lavorano ad alcuni migliorie del prodotto per arrivare al risultato finale, così da certificarlo. Il traguardo è ad un passo, ma con un cruccio: Marco non può ancora indossare la tecnologica maglia. “Purtroppo soffre di scoliosi ossea, e l’ elettrostimolazione non è attualmente indicata, dunque non può indossare il busto. – fanno il punto della situazione i tre giovani, pensando al compagno di classe – Speriamo lo possa cingere al più presto, e insieme a lui tutti coloro che necessitano di un sostegno altamente tecnologico per migliorare la propria condizione fisica”.