È quasi superfluo dirlo: Rimini e il cinema vanno di pari passo. Un rapporto indissolubile, in cui la settima arte permea la città, caratterizzandone l’aspetto estetico, l’atmosfera e l’anima. Non è strano, quindi, che siano tanti i riminesi ad appassionarsi all’arte cinematografica, come non è strano che tra questi ce ne siano numerosi che decidono di farne un mestiere.
Tra i riminesi che non solo hanno intrapreso una carriera nel mondo del cinema, ma che lo hanno fatto con successo, ricoprendo ruoli importanti e di prestigio, c’è Alessandra Fontemaggi. Comincia, come tanti, impegnandosi in attività legate al cinema solo per passione, senza introiti o compensi. Una passione che poi premia, portandola oltre i confini riminesi per arrivare anche al panorama internazionale: oggi Alessandra è Responsabile dell’Ufficio Cinema (Head of the Programming Office) della Fondazione Cinema per Roma, ente che dal 2007 si occupa di promozione culturale sui temi dell’arte cinematografica e che, tra le altre cose, organizza la Festa del Cinema di Roma, celebre evento legato a grandi nomi nazionali e internazionali.
Partiamo dall’inizio: com’è entrata nel mondo del cinema?
“Tutto è iniziato dalla passione. Fra i lavori saltuari che ho fatto mentre studiavo, ho collaborato all’ultima edizione di Riminicinema. Un’esperienza che ho amato subito, grazie anche alle persone che ci lavoravano, appassionate, competenti e gentili. Da quel momento, mi sono riproposta per tutte le attività che organizzava la Cineteca di Rimini, allora guidata da Miro Gori. Per anni ho seguito la programmazione con le scuole, attività che mi piaceva molto, oltre alla programmazione della rassegna estiva degli Agostiniani, esperienza che tuttora considero fondamentale nella mia formazione ed entusiasmante dal punto di vista umano e dei risultati. Lavoravo fianco a fianco con Giuseppe Ricci, che si occupava dell’archivio e delle pubblicazioni. Con lui ho poi lavorato anche alla Fondazione Fellini e, a distanza di tempo, lo considero una delle persone migliori che abbia mai conosciuto sul lavoro nonché un grande conoscitore di cinema ed esperto di Fellini.
Nello stesso periodo, siamo negli anni novanta, facevo parte del cineclub Hellzpapoppin’, formato da ragazzi (allora eravamo tali!) che ancora non avevano chiaro il proprio futuro professionale ma tutti accomunati dalla grande passione per il cinema. Discutevamo di film, ideavamo progetti e lavoravamo tantissimo, senza che nessuno di noi prendesse un compenso. Conservo di ognuno di coloro che faceva parte di quel gruppo un ricordo preciso e felice. E non c’è giorno a cui non rivolgo un pensiero alle persone che sono scomparse troppo presto ma che erano la spina dorsale del cineclub: Sandra Angelini e Gianni Casadio”.
Oggi è a Roma per ricoprire un importante ruolo nella Fondazione Cinema: di cosa si occupa?
“Sono la Responsabile dell’Ufficio Cinema, e mi ritengo molto fortunata a ricoprire questo ruolo. Ho cominciato nel 2006 collaborando alla prima edizione della Festa del Cinema per soli 4 mesi: è andata bene e l’anno successivo mi hanno offerto un contratto stabile come responsabile della sezione Extra, oltre a promuovermi a capo dell’intero Ufficio Cinema, che si occupa principalmente di ricerca e programmazione di film. La Fondazione Cinema per Roma organizza la Festa del Cinema che quest’anno, diretta da Antonio Monda, è alla 14esima edizione (17/27 ottobre 2019) e cura diverse rassegne durante l’anno”.
Ci parli della Festa del Cinema. Come si organizza un evento del genere?
“Sicuramente l’attività più impegnativa (anche perché, a causa dei fusi orari, è un lavoro continuo) è quella preparatoria della Festa. L’evento in sé si svolge in dieci giorni ma la preparazione dura un anno. In questo momento stiamo organizzando l’agenda per i vari meeting con i produttori e distributori internazionali. Si viaggia molto per cercare titoli per la selezione: sono tornata da poco dal festival di Berlino e di solito vado a quelli di Cannes e Toronto. Dopodiché bisogna pubblicare il regolamento, visionare e selezionare i film, e occuparsi di far arrivare le copie e tutti i materiali necessari per la promozione, per poi seguire la delegazione che accompagna i film a Roma. Durante la Festa, ogni giorno ci sono incontri con personalità del mondo del cinema e delle arti in generale: abbiamo avuto da David Lynch a Renzo Piano, dai fratelli Coen a Riccardo Muti, da Wes Anderson a Meryl Streep, da Scorsese a Xavier Dolan, da Nanni Moretti a Paolo Conte, Michael Moore, Tom Hanks, Cate Blanchett, o i nostri premi Oscar Sorrentino e Benigni, solo per citarne alcuni”.
Nel suo percorso c’è spazio anche per i David di Donatello.
“Piera Detassis, che è diventata lo scorso anno Presidente e Direttore artistico dell’Accademia del Cinema Italiano che assegna ogni anno i premi David di Donatello, mi ha nominato fra i giurati votanti. Il David è il premio più importante del cinema italiano e sono stata lusingata dal fatto che Piera abbia pensato a me, l’ho vissuto come un bel riconoscimento da parte di una persona che mi ha conosciuto sul lavoro”.
Torniamo a casa nostra, alle sue origini. Che rapporto ha con Rimini a livello personale?
“Sono fierissima di essere riminese. Adoro Rimini e ci torno ogni volta che posso. Lì ho gli affetti più cari: i miei fratelli, mia sorella e i miei amici di sempre. A Roma sto bene perché, nonostante le difficoltà che una città così caotica comporta, ho conosciuto persone in gamba e ho la possibilità di fare esperienze internazionali che mai avrei immaginato, in una delle città più belle del mondo. Ma Rimini rimane la mia dimensione e non so quando, se per lavoro o appena smetterò di farlo, tornerò a viverci, perché è lì che ho le mie radici”.
E a livello professionale? Inutile parlare dello stretto rapporto tra Rimini e cinema: ci sono progetti a cui ha lavorato per Rimini? O sono previsti per il futuro?
“Quando ho lavorato per la Fondazione Fellini, nel periodo in cui era diretta da Vittorio Boarini, persona coltissima e intelligente che, prima di venire a Rimini, ha diretto per anni la Cineteca di Bologna (una delle istituzioni cinematografiche riconosciute in tutto il mondo), abbiamo organizzato e collaborato a mostre ed eventi internazionali, e abbiamo portato a Rimini registi come Martin Scorsese e Roman Polanski. Dopodiché, arrivata a Roma nel 2007, durante la seconda edizione della Festa del Cinema abbiamo fatto una grande mostra dei disegni originali contenuti nel ‘Libro dei sogni’ di Fellini, organizzata con la stessa Fondazione Fellini. E ci tengo ad aggiungere questo: ogni volta che un regista internazionale viene a Roma per tenere un incontro pubblico è immancabile, durante la conversazione, che faccia un riferimento a Fellini. Ma non solo: nelle varie edizioni della Festa e durante l’attività annuale abbiamo presentato le opere di alcuni riminesi, come Marco Bertozzi e Roberto Naccari, mentre nel comitato tecnico e scientifico del Museo Fellini ci sono due persone di Fondazione Cinema per Roma: Laura Delli Colli e Mario Sesti. Mi auguro che questa partecipazione sia d’auspicio per una futura collaborazione tra Roma e Rimini, in occasione del centenario della nascita di Fellini”.