Una Pasqua più “gustosa” alla Parrocchia del Crocifisso di Rimini per gli assistiti della Caritas parrocchile, ai quali sono stati distribuiti circa 130 pasti caldi.
L’iniziativa è nata con i tratti della Provvidenza: “Sarebbe bello dare il nostro contributo per le famiglie bisognose della parrocchia”, e il desiderio espresso a voce alta da alcui volontari e residenti è diventato realtà. Nel giro di un paio di giorni, inftti, la dispensa si è riempita di cibo che per essere confezionato e consegnato direttamente a domicilio.
La realizzazione ha coinvolto a vario titolo numerose persone: lo chef Robbie Pezzuol e Paolo Grandicelli, la Caritas diocesana e il gruppo scout parrocchiale “Rimini 3”, Patrizia Rinaldis (presidente dell’Associazione albergatori di Rimini), il noto ristoratore Roberto “Bubana” Filippi, l’associazione TeamBota, l’associazione “Palloncino Rosso” di Rimini e tanti amici che hanno risposto prontamente e con generosità al passaparola. Di grande aiuto è stata la collaborazione con il cap. Sabato Landi, il Mar. Marco Manconi (Comando dei Carabinieri di Rimini), con la Questura di Rimini e la Polizia Municipale, che sono stati coinvolti fin da subito e hanno offerto la loro disponibilità e collaborazione perché l’iniziativa andasse in porto in sicurezza, amicizia e fraternità.
La distribuzione è stata “inaugurata” con la benedizione pasquale impartita dai sacerdoti della parrocchia del Crocifisso (don Renato Bartoli e don Eugenio Savino) e un’auto dei Carabinieri alla testa del gruppo dei ragazzi pronti a partire per consegnare il pranzo pasquale.
“E’ una piccola iniziativa, ma è anche una risposta con il cuore al comando del Vangelo in cui Gesù ci invita a fare la nostra parte per essere vicini al nostro prossimo – secondo ciò che ciascuno può fare – e, soprattutto, di lasciarsi stupire dalla Provvidenza” commenta don Eugenio Savino.
Per il vice parroco del Crocifisso questa iniziativa in tempo di Coronavirus può rappresentare qualcosa di più di una “semplice” distribuzione di cibo. “Ci auguriamo che questo non sia solo un gesto estemporaneo, ma un vero e proprio inizio di qualcosa che possa dare una risposta concreta al bisogno crescente di aiuto (non solo materiale) da parte di tante famiglie che in questo periodo si rivolgono alla Parrocchia”.