Sono trascorsi quasi dieci giorni dal terribile nubifragio che si è abbatuto su Rimini e sul suo entroterra. Dieci giorni che hanno dato l’esatta situazione dei danni che questa bomba d’acqua ha profuso. E se in città tra cantine allagate, auto e moto sommerse, negozi completamente invasi, i danni sono quantificabili in milioni di euro, in campagna è una vera e propria tragedia. La grandine, infatti, ha messo in ginocchio le colture di pregio della nostra agricoltura locale. Le associazioni di categoria (Cia, Coldiretti e Confagricoltura) hanno presentato un quadro di quanto accaduto. Nelle aree, approssimativamente, comprese tra i fiumi Marecchia e Marano (comuni di Rimini e Coriano), le zone più colpite sono state: via Santa Cristina, San Martino in Venti, Montecieco, Covignano-Grotta Rossa, Sant’Aquilina, Gaiofana e Ospedaletto. Le colture maggiormente danneggiate “in molti casi, per il 100 per 100 della produzione” sono state i vigneti e gli oliveti (fra le colture arboree); i cereali (grano, mais, sorgo); le colture portaseme e il girasole.
“Nella consapevolezza della gravità di questo evento calamitoso, andato a colpire un settore già fortemente segnato dalla crisi economica, al momento si stanno valutando tutte le possibili forme di intervento, non escluse le iniziative di solidarietà locale” dicono dalla Provincia. L’obiettivo è quello di fare pressione sulle autorità competenti per mettere in campo, ad esempio, forme di sgravi fiscali: Imu, Tares, esenzioni dall’imposta sul reddito agrario, esenzione dal contributo di registro imprese presso la Camera di Commercio; nonché le eventuali possibilità di attivazione di aiuti/sgravi dal Fondo di solidarietà nazionale.
“Si tratta degli interventi minimi ipotizzabili – sottolinea l’assessore all’Agricoltura, Juri Magrini – oltre alle autorità attive sul territorio, il mio appello va anche agli Istituti di credito: infatti, non possiamo dimenticare le ricadute che un evento simile potrebbe comportare sull’occupazione. È purtroppo già prevedibile un calo di richiesta di manodopera su scala provinciale nel settore agricolo da oggi a fine anno, con gravi ripercussioni sul sistema economico locale”.
Senza contare il tempo che sarà necessario per rimettere le cose a posto.
Alberto Volponi