La sentenza arriverà a giorni dal Consiglio di Stato, dopodiché sapremo se AiRiminum sarà ancora, o meno, titolare dell’aeroporto “Fellini”. La presidente Laura Fincato continua a dirsi tranquilla: “Ci sono tutte le condizioni affinché il bando assegnato nel novembre 2014 venga ritenuto valido e legittimo”. Tra l’altro in caso di annullamento lo Stato dovrebbe cancellare con un colpo di spugna l’assegnazione di altri quattro aeroporti italiani, avvenuta con il medesimo bando.
Ma finché AiRiminum (che nel frattempo si è trasformata in Spa, aumentando il capitale sociale a 4 milioni, e Armonie S.r.l. che sale al 46% della società con l’acquisto delle azioni di Sweet Home e Syncronie) non sarà del tutto legittimata ad operare, il “Fellini” resterà a terra.
Da Miramare partono oggi solo sette voli settimanali per tre destinazioni, Catania, Mosca e Tirana. Nel 2015 il “Fellini” ha chiuso con appena 161mila passeggeri ma è anche sparito dalle statistiche di Assaeroporti perché non è più associato; costa parecchio in un momento in cui la società cerca di razionalizzare spese non strettamente necessarie (ci viene riferito da fonti interne ad AiRiminum) ma si aspettano anche tempi migliori prima di diffondere numeri non proprio esimi. I 37 dipendenti annuali (arrivano a 59 col picco della stagione) sono anche loro col fiato sospeso. Ma soprattutto, finché continueranno a circolare notizie negative, anche gli accordi con i tour operator resteranno ardui, così come i contatti con nuovi possibili responsabili commerciali che la società vorrebbe imbarcare. Fincato sottolinea ai microfoni di Tempo Reale (Icaro Tv) che anche la stagione 2016 è “fortemente compromessa, non da ora ma da quanto il Tar ha annullato il bando”. Il mondo dell’aviazione, ha aggiunto, è piccolo “e tutti sanno delle nostre difficoltà ma l’impegno – ribadisce – non è mai mancato e non mancherà”.
Qualcosa si muove. È di pochi giorni fa l’annuncio della compagnia aerea lettone AirBaltic di un collegamento charter Rimini-Riga da giugno. E sempre a giugno partirà un nuovo volo di linea (tre giorni a settimana) per Praga. Un altro segnale positivo arriva dalle casse: il 2015 ha chiuso con un attivo di 800mila euro.
I vicini non restano a guardare. Dal 25 aprile dall’aeroporto di Ancona sarà operativo un collegamento Lufthansa aggiuntivo con Monaco di Baviera, pensato soprattutto per le aziende marchigiane. Confindustria Marche pensa allo scalo come infrastruttura strategica nell’internazionalizzazione delle aziende della regione. Una necessità espressa più volte anche dagli industriali riminesi ma, come noto, con esiti poche volte fortunati. AiRiminum oggi tiene alta l’attenzione verso le imprese (è associata a Confindustria) e verso il Gros e le sue attività, oggi soffocate dalla crisi russa. AiRiminum vuole anche rafforzare il traffico cargo (merci) dove potrebbe nascere qualche scintilla con Forlì (la nuova gestione punta tutto su questa carta).
Tornando ad Ancona.. Il “Sanzio”, nell’anno appena trascorso, è lo scalo che ha ricavato dallo stallo del “Fellini” il miglior vantaggio. Se fino a qualche anno fa restava indietro rispetto a Rimini di circa 200mila passeggeri (564.576 nel 2012 contro i 795.872 del “Fellini”), e se nel 2014 era calato a 480.673, nel 2015 ha raggiunto i 521.065. “Merito” anche di una politica non proprio corretta verso i vicini riminesi. Aerdorica, la società di gestione dell’aeroporto anconetano, è stata accusata di concorrenza sleale da AiRiminum per aver scritto alle compagnie (nel periodo precedente alla riapertura del “Fellini”, il 1° aprile 2015), insinuando dubbi sulla riapertura e sulla solidità della società di gestione.
Il deputato del Pd Tiziano Arlotti ne ha fatto oggetto di una interrogazione parlamentare lo scorso 28 ottobre insieme ad altre due questioni, i continui finanziamenti pubblici al “Sanzio”, già in evidente difficoltà finanziaria e la ricerca di nuovi soci privati senza alcun bando. Che ad Ancona sia tutto possibile? E che dire delle famose politiche di co-marketing messe in atto per aggiudicarsi le compagnie aeree? Aerdorica è arrivata a pagare le compagnie russe con 20 euro a passeggero (ma in tempi precedenti anche 50 euro), finanziati con soldi pubblici dalla Regione, per strappare le compagnie ai concorrenti. Rimini oggi ne versa 6. La battaglia – diciamocelo – non è proprio alla pari.
Alessandra Leardini