Il convento abbandona la clausura per aprirsi alla città. È una storia lunga oltre 500 anni quella che lega il convento delle SS. Caterina e Barbara a Santarcangelo. Eppure molti cittadini non hanno mai avuto occasione di conoscere questa realtà, ad eccezione delle “nonne” clementine che negli anni Trenta frequentarono la scuola elementare allora ospitata in un’ala dell’edificio. Adesso un ampio progetto di restauro apre nuovi scenari soddisfando, oltretutto, due esigenze con un unico intervento. Già, perché se la Congregazione delle Suore Francescane dei Sacri Cuori-Monastero Immacolata ha espresso l’esigenza di valorizzare il complesso, con questo progetto la struttura, pur mantenendo prevalente la funzione religiosa, potrà diventare più fruibile e offrire una risposta sociale importante a una necessità sempre più forte in città. Quella dei familiari degli ospiti di Luce sul Mare, la struttura riabilitativa collocata presso l’ospedale “Franchini”, che potranno trovare nelle dodici celle del convento un’accogliente foresteria per assistere più da vicino i loro cari.
Il convento di piazza delle Monache, fu fondato nel 1505 da Suor Obbedienza da Rimini, dell’Ordine Camaldolese. Più volte ampliato nel corso del secolo XVII, il monastero fu abbandonato nel 1800 in seguito alla soppressione napoleonica delle congregazioni religiose. I locali, nel 1856, divennero di proprietà di Suor Angela Molari, fondatrice della Congregazione Figlie dell’Immacolata Concezione. I restauri del complesso furono compiuti nel 1979-1980 a cura della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali per la Romagna e Ferrara.
Il percorso di riqualificazione curato dall’architetto Massimo Bottini, prenderà in considerazione diversi interventi a partire dall’orto e dalla foresteria, fino alla creazione di una bottega e di una piccola biblioteca delle suore. La sistemazione dell’orto metterà lo stesso al centro del monastero grazie all’avvio di tecniche di coltura che potranno avere anche funzioni didattiche, mentre la foresteria accoglierà viaggiatori e turisti desiderosi di trascorrere qualche giorno nel borgo condividendone la vita e il ritmo lento e riscoprendo nella pace del chiostro la virtù del silenzio. Con l’apertura della bottega sarà possibile visionare ed eventualmente acquistare tutto ciò che il convento produce: non solo i frutti dell’orto, ma anche le marmellate fatte dalle suore, la biancheria da loro ricamata, il miele ed altro. (al.lea.)