C’è chi l’acqua la gestisce in proprio (e risparmia oltre la metà in bolletta) e chi alle “bollicine” fai-da-te ci sta pensando. Maiolo e Pennabilli sono le due facce di una medaglia chiara, fresca e limpida. Il comune di Penna e di Billi si trova alle prese con un dibattito molto importante: la gestione della “risorsa acqua”. A fine anno scade il contratto di affidamento fra il Comune e Marche Multiservizi, che attualmente gestisce il servizio idrico. Le problematiche di tipo giuridico-amministrativo che economico sono dietro l’angolo. Tanto per cominciare esiste una delibera di “salvaguardia di garanzia” all’ ATO1 Marche che impegna il Comune nell’affidare a quell’Ambito il proprio sistema idrico sino al 2028: tale delibera è valida anche in relazione alla Regione Emilia Romagna? Grazie al risultato del recente referendum contro una privatizzazione forzata dell’acqua, si può pensare ad una gestione del servizio idrico che coinvolga amministratori locali e cittadini: può dunque il Comune di Pennabilli, magari tramite la propria società in house Valseco, sottrarsi all’accordo automatico con ATO9 Rimini e con la società che gestisce per conto di ATO?
L’acqua è un bene pubblico e fisicamente limitato e proprio per questo deve essere garantita a tutti nel rispetto dei vincoli ambientali e al massimo livello di qualità, evitando sprechi, assicurando copertura totale del servizio di depurazione e mantenendo tariffe eque. Per cui è conveniente o no stare soli e gestire in proprio il servizio idrico?
“Le sessantotto reti acquedottistiche di Pennabilli e la sua rete fognaria, estesa circa 30 chilometri, richiedono una costante vigilanza degli impianti e reti, riparazioni e sostituzioni di tratti anche molto estesi, frequenti analisi e periodiche pulizie: – è un’analisi del sindaco Lorenzo Valenti – tutto questo con un notevole impiego di personale, consumi di energia elettrica e spese di analisi e prodotti per la pulizia e disinfezione”. La scelta di riprendere in gestione il servizio idrico come Comune o di continuarne l’affidamento all’esterno andrà dunque ponderata proprio a partire da fondamentali dati tecnici.
“Efficiente, efficace ed economico: tre «e» che definiscono il nostro servizio idrico, che si traduce in una bolletta minore di un quarto rispetto alle altre” commenta orgoglioso Marcello Fattori. Il primo cittadino di Maiolo, unico dei sette comuni dell’alta Valmarecchia a gestire in autonomia il servizio idrico, rivendica la bontà della scelta. “Il personale interno si occupa della manutenzione e del pronto intervento, l’Ausl controlla mensilmente la qualità delle acque” prosegue Fattori. Maiolo capta dal 1954 l’acqua dal Monte Carpegna: mai chiamata un’autobotte. E per evitare di rimanere a secco è stata realizzata una linea d’emergenza solo estiva che pesca nel Marecchia. Eppure la legge attacca la gestione diretta, e nonostante acqua e rifiuti sono fai-da-te, Maiolo è costretta a pagare 3.800 euro all’anno ad Ato come socio.
Fabiana Succi