Home Cultura A versi nudi nel Parco. Poesia dal volto giovane

A versi nudi nel Parco. Poesia dal volto giovane

Chi dice che la poesia abbia poco appeal sui giovani, forse farebbe meglio a ricredersi. Almeno guardando la situazione riminese. Sono sempre di più i ragazzi che si interessano di versi e non solo della lettura, ma ancor più della scrittura. È ormai infatti consolidata l’esperienza del “laboratorio di poesia” tenuto dalla poetessa riminese Isabella Leardini, per i ragazzi di diverse scuole superiori della provincia. Durante tutto il corso dell’anno scolastico giovani appassionati si sono incontrati nell’aula magna del Liceo scientifico “Einstein”. Che cosa motiva oltre una trentina di adolescenti a tornare tra i banchi di scuola ogni lunedì pomeriggio? È una passione, un interesse. La poesia sa affascinare e affascina ancora di più se a mettersi in gioco nella composizione di versi sono gli stessi giovani ragazzi. Anna Paola, quarta superiore, frequenta il corso da un paio di anni: “La poesia mi serve a costringermi a trovare delle immagini che rendano le emozioni che non capisco o non saprei spiegare senza questo sforzo ulteriore. Mi serve a chiarire le situazioni che vivo e a vederle da un punto di vista più esterno”. Un laboratorio attivo, insomma, in cui a prendere la parola sono voci che a settembre potremmo definire inesperte, insicure ma che poi, col passare delle lezioni, acquistano sicurezza. Vittorio si è appena maturato al Liceo classico “G. Cesare”. “Fin dalle elementari mi sono sempre piaciute le rime, credo che il mio interesse per la poesia sia nato così, un po’ per caso, un po’ per gioco. – assicura – Grazie ad una mia compagna di classe ho conosciuto il corso di Isabella Leardini e dopo qualche indecisione ho deciso di provare. La poesia è un modo fantastico per riflettere su se stessi e sul mondo: regala sempre delle belle emozioni”. Anche Beatrice dell’“Einstein” aveva un’antica passione per i versi. “Ho sempre avuto, sin da piccola, un buon rapporto con tutto ciò che riguarda la carta, a partire dalla lettura sino ad arrivare alla scrittura. Il corso mi ha aiutato a definire i miei componimenti”.

Si lavora sui propri scritti quindi e si migliora. Il tutto sotto la guida della Leardini che, forte di un’ormai importante esperienza con i versi, si fa mentore dei nuovi giovani poeti. Si impara a leggere poesia, la propria e quella altrui. Si ascoltano le parole messe in fila, una dietro l’altra, con giudizio e attenzione dai compagni di corso, si commenta assieme per cercare di orientare chi muove i primi passi in un mondo che sa appassionare. Con l’appoggio delle professoresse Maria Rita Semprini, Milena De Luigi e Michela Parma, è così possibile rendere viva quella poesia che a volte, agli occhi degli studenti, appare fredda e lontana. Imparando a scegliere le parole giuste per raccontare se stessi, i ragazzi imparano anche a entrare con uno sguardo più consapevole in qualsiasi altro componimento. La sfida poi, continua. E sono diventati protagonisti a “Parco Poesia”, il primo festival italiano dedicato alla poesia giovane, salito sul palco di Castel Sismondo sabato 25 e domenica 26 luglio. Nella serata conclusiva, i giovani in erba del laboratorio hanno avuto l’occasione di leggere i loro versi davanti ai grandi poeti contemporanei. Cecilia, 17 anni, da un paio di stagioni frequentatrice del corso, confessa che non è così facile: “Leggere una propria poesia davanti a tutti è ancora più imbarazzante che leggere i versi di un altro. Non sai mai se chi ti sta ascoltando se ne intende oppure desidera solo trascorrere una bella serata. Ho sempre molta ansia prima di parlare al microfono, ma poi, concentrandomi unicamente sul mio foglio, riesco a essere felice per quei due emozionanti minuti, lì, sul palco”. Come ci assicura Beatrice, “le emozioni che una serata del genere è in grado di regalarci, non sono descrivibili a parole. Solo chi si trova in piedi sul palco può comprenderle”. I ragazzi scelgono di mettersi alla prova, raccontano un po’ di loro stessi e delle loro poesie al pubblico. Tra gli applausi lo spettacolo termina, ma il cammino è appena cominciato.

Marta Antonini