Qualcuno, come Giovanni, ha litigato con i libri in più d’una occasione. Altri, come Franco, hanno spesso sbandato lungo il normale percorso scolastico. Altri ancora devono fare i conti con forme di difficoltà diverse. E in particolari contesti, anche una “semplice” dislessia rischia di diventare un ostacolo insormontabile per un corretto inserimento scolastico e nella vita. I bisogni di Giovanni, di Franco e di altri ragazzi desiderosi di rimettersi in carreggiata hanno incontrato il desiderio di due realtà riminesi di fornire risposte sul campo. Sui banchi e dietro ai fornelli di una cucina per valorizzare i ragazzi a partire da un talento manuale.
Cuoco, operatore della gastronomia e spesso docente in vari istituti, Alessandro Garattoni coltivava da tempo l’idea di una scuola del gusto. Un orizzonte, il suo, che si è incontrato con quello del gruppo di genitori, docenti e imprenditori riuniti quattro anni fa da Domenico Pirozzi e Giordano Pecci sotto la sigla “La Bisaccia” ed ha preso corpo. Il risultato è la “Città dei Maestri”, la scuola di servizi enogastronomici e l’ospitalità alberghiera che si è “impastata” in via Coletti, a San Giuliano di Rimini, che dal 15 settembre accoglie ogni mattina (e in vari pomeriggi) sette ragazzi.
“Questo «istituto» è una vera e propria scommessa, una novità assoluta per il nostro territorio – assicura Laura Bizzocchi, 35 anni, la vice preside – . Il primo obiettivo che si pone è quello di aiutare i ragazzi alla scoperta di sé, a diventare grandi e protagonisti, imparando un mestiere”. La preparazione scolastica è imprescindibile ma in questo caso parte dall’esperienza diretta. Un esempio? La classe è pronta per la vendemmia. Raccogliendo l’uva, preparando il mosto e vinificando, legheranno in maniera vivace diverse materie, dall’italiano alla chimica. L’obiettivo è dunque quello di raggiungere le varie competenze attraverso l’esperienza sul campo, magari seguendo la stagionalità (la raccolta delle olive, i salumi a dicembre). “Si parte dall’esperienza per raggiungere le diverse competenze. – fa notare senza imbarazzo la Bizzocchi – Un percorso molto impegnativo anche per i docenti”.
Già, i docenti. In questa “Città” anche i prof. sono singolari. Tutti lavorano gratuitamente. Il buon esempio lo ha dato la preside, Maria Falzoni, una vita dietro la cattedra. Ida Tucci ne ha seguito gioiosamente le orme: a lei si deve la dicitura “Città dei Maestri”, perché “questo è un luogo dove si impara vicendevolmente”. Il corpo docente è formato da nove insegnanti, un’altra quindicina lavora nelle retrovie per fare squadra e garantire la trasversalità delle materie. Diritto, ad esempio. C’è un titolare di cattedra, ma al suo fianco opera una équipe composta da due commercialisti, due avvocati e un giurista. Ma la dinamica di “richiesta d’aiuto ad un adulto che in modo stupefacente è disponibile ad aiutarti” coinvolge anche genitori che puliscono la scuola alla domenica e altri che si occupano di cablaggi per consentire l’uso di reti wi-fi.
La campanella di questa “Città” suona alle 8.10, si esce alle 13.20, il curriculare è di 32 ore con una retta mensile. La scuola accompagna il ragazzo fino al raggiungimento delle qualifiche rilasciate al V anno dalla scuola statale. Ma i genitori non si aspettano solo un titolo di carta. Orario e programmi seguono la falsariga ministeriale tracciata per l’Istituto Alberghiero, condita però da tante uscite e lavoro sul campo. >“Per capire cos’è bello e buono, assaporare il gusto, saperlo replicare e raccontare”>.
Paolo Guiducci