Non è la prima volta che Gerardo Filiberto Dasi, segretario generale del Centro Pio Manzù, nell’organizzazione delle Giornate Internazionali di Studio riesce ad anticipare i tempi. Il premio che il suo Centro assegnerà domenica 23 ottobre alla presidente della Liberia Ellen Johnson Sirleaf, recentemente insignita del Nobel per la Pace, era stato deciso prima che fosse fatto il nome della donna per il prestigioso riconoscimento internazionale. La Sirleaf non potrà essere di persona al Teatro Novelli di Rimini, dove dal 21 al 23 ottobre si svolgerà la 42ª edizione delle Giornate del Pio Manzù. Ma interverrà comunque con un contributo video nel corso della seduta plenaria fissata, come di consuetudine, per la mattina di domenica. Un “bel colpo” da parte di Dasi all’interno di un’edizione tutta in rosa dal titolo XXI femminile: dal secolo breve al secolo delle donne. Risposte di genere al futuro dell’umanità. “Le donne hanno dimostrato di saper lavorare di più e meglio degli uomini, ma soprattutto di essere in grado di trovare soluzioni nuove anche a problemi vecchi”, commenta il segretario del Pio Manzù. Per questo motivo, secondo Dasi, , “parlare del femminile e del plurale oggi è un dovere”.
“Che il futuro sia sempre più tinto di rosa è sotto gli occhi di tutti” prosegue Dasi che allo stesso tempo, però, sottolinea anche la necessità di “sollevare il velo dell’ipocrisia”. “Le donne e i bambini sono ancora vittime di violenze, scelte sbagliate, a volte scellerate. Il globale oggi ci impone invece di fare scelte giuste per un futuro che sia migliore per tutti, per il sud e per il nord del mondo, per i ricchi e per i poveri, per le donne e per gli uomini. E sono proprio le donne e gli uomini che con le loro testimonianze possono mettere insieme, cioè comunicare e unire, a dare il senso di un futuro migliore e possibile”.
Dal 1902, anno in cui la Convenzione dell’Aia si dotò di norme internazionali destinate a proteggere le donne nell’ambito del matrimonio, del divorzio e dell’affidamento dei figli, il cammino è stato lungo e controverso.
Decennio dopo decennio molte barriere all’emancipazione femminile sono cadute e oggi “l’altra metà del cielo”, nella misura in cui ambisce alla governance dei processi economici, politici e sociali, impone nuove sensibilità, nuovi modi di essere e di pensare. Imprenditrici, professioniste, intellettuali, politiche, scienziate, manager, madri e figlie fanno opinione e decisione.
Le prossime Giornate del Pio Manzù rifletteranno su un percorso, come quello dell’emancipazione femminile, ancora lungo e laborioso, e su un secolo, il ventunesimo, che sarà declinato al femminile per la nuova consapevolezza dei diritti di genere che lo caratterizza e per gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio approvati dai leader mondiali per favorire la promozione della parità tra i sessi.
A Rimini uomini e donne sensibili alla tematica, elaboreranno progetti e formuleranno suggerimenti per rafforzare e arricchire quel cantiere aperto che è il “pensiero di genere”: da intendere non come insistenza sul dualismo uomo-donna, ma come valorizzazione delle differenze, ricerca di sintesi e di unità nella diversità.
Tra gli ospiti di questa edizione, oltre al Nobel per la Pace, spiccano i nomi del ministro italiano alle Pari Opportunità Mara Carfagna, della prima firmataria della legge sulle quote rosa nei CdA, la deputata Lella Golfo, e delle giornaliste Milena Gabanelli, Stella Pende, Annamaria Barbato Ricci e Maria Bartiromo direttamente dall’emittente statunitense CNBC. Ma arriveranno al Novelli anche donne manager di successo come Laura Frati Gucci, presidente di AIDDA, Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti D’Azienda, e vicepresidente dell’associazione mondiale Femmes Chefs d’Entreprises Mondiale, e Raffaella Leone, vicepresidente di Eni Foundation e presidente della Servizi Aerei S.p.A.
Rappresentano l’ala riformista della cultura araba, invece, Mary Akrami, co-fondatrice del Centro di sviluppo per le donne dell’Afghanistan “The Afghan Women’s Skills Development Centre”, e Nouzha Skalli, Ministro per lo Sviluppo Sociale, la Famiglia e la Solidarietà del Marocco. Attesa c’è anche per Yonkova Nusha (dalla Bulgaria), coordinatrice del Progetto contro il traffico di esseri umani oltre che la prima immigrata donna della storia ad essere eletta nel Consiglio di Amministrazione del Consiglio Nazionale delle Donne in Irlanda nel 2008.
Porteranno la loro testimonianza, infine, Rasmata Kabre (Burkina Faso), fondatrice dell’Associazione per la Promozione dei Gruppi Femminili (APGF), l’israeliana Koenig Shulamith, presidente e fondatrice del Movimento Popolare per l’Apprendimento dei Diritti Umani, e Katkhouda Souheir , Presidente dell’Associazione Donne Musulmane d’Italia (AMDI) e membro del Forum Europeo delle donne islamiche.
Alessandra Leardini