TUMORE ALLA PROSTATA. Il direttore di Urologia dell’Infermi, Bartolomeo Zaccagnino
“Per gli uomini sopra i 50 anni la visita dallo specialista urologo non deve essere vista come un tabù, ma come un salva vita”
In Europa è il tumore più diffuso tra gli uomini e anche in Italia rappresenta il 18.5 per cento delle neoplasie maschili.
Secondo le ultime statistiche, solo nel nostro Paese, ogni anno ci sarebbero 36.000 nuovi casi e almeno sette milioni di uomini, nella fascia di età tra i 55 e i 70 anni, sarebbero potenzialmente a rischio. Stiamo parlando del tumore alla prostata. Un argomento, purtroppo, ancora tabù e di cui si parla troppo poco. Ad aiutarci a capire di che cosa si tratta è il dottor Bartolomeo Zaccagnino, Direttore dell’Unità Operativa di Urologia dell’ospedale ‘Infermi’ di Rimini.
Dottore, partiamo dalle basi: a che cosa serve la prostata?
“La prostata è una ghiandola dell’apparato genitale maschile composta da tessuto fibroso e muscolare. La sua funzione principale è secernere il liquido prostatico e concorrere alla produzione dello sperma.
Quindi ha una funzione fondamentale nell’atto del concepimento”.
Quanto è grande e dove si trova?
“Ha una lunghezza di circa 3 centimetri, una larghezza di 4 e uno spessore di 2.5.
Diciamo che ha una forma simile a quella di una noce.
È posizionata nel tratto urinario inferiore, immediatamente sotto la vescica, davanti al retto e avvolge quasi completamente l’uretra, il canale attraverso il quale l’urina fluisce verso l’esterno”.
Che cosa si intende quando si parla di tumore alla prostata?
“ Il tumore si ha quando le cellule presenti iniziano a crescere in maniera incontrollata”.
Quali sono i sintomi a cui si deve fare attenzione?
“Nelle fasi iniziali il tumore della prostata è asintomatico. Viene diagnosticato in seguito alla visita urologica, che comporta in genere esplorazione rettale e controllo dell’antigene prostatico specifico conosciuto anche come Psa che avviene con un semplice prelievo del sangue.
Alcuni sintomi particolari possono essere la difficoltà a urinare o il bisogno di urinare spesso, il dolore quando si urina, sangue nelle urine o nello sperma, sensazione di non riuscire a urinare in modo completo”.
Chi è più a rischio?
“ Diciamo che l’età è un fattore preponderante
nel senso che le possibilità di ammalarsi sono scarse prima dei 40 anni, ma aumentano sensibilmente dopo i 50 anni e circa due tumori su tre sono diagnosticati in persone con più di 65 anni. Un altro fattore non trascurabile è senza dubbio la familiarità: il rischio di ammalarsi è pari al doppio per chi ha un parente consanguineo (nonno, padre, zio, fratello) con la malattia rispetto a chi non ha nessun caso in famiglia. Poi, naturalmente, ci sono i fattori di rischio dettati dallo stile di vita che ogni individuo segue”.
Dottore, cosa succede una volta che viene accertato nel paziente un tumore alla prostata?
“La prima cosa che viene fatta è un’attenta analisi delle caratteristiche del paziente vale a dire l’età, l’aspettativa di vita, e della malattia, tipo, livello di rischio, ecc…
A quel punto l’urologo consiglia la strategia più adatta da adottare. Diciamo che le vie da seguire sono diverse.
Una è quella dell’intervento chirurgico con l’asportazione dell’intera ghiandola prostatica. Un’altra viene definita di ‘vigile attesa’, è scelta soprattutto quando il paziente è anziano. Non si attua alcuna terapia e si aspetta, anche perché il tumore alla prostata è uno dei più lenti. C’è poi la possibilità di intervenire facendo della radioterapia e, ultima ma non ultima, si attua la cosiddetta ‘sorveglianza attiva’, ossia il paziente effettua solo controlli abbasta frequenti: Psa ed esame rettale. Se i valori sono nella norma si continua su questa strada, altrimenti si cambia”.
Quanti casi ci sono a Rimini?
“ Guardi, le ultime statistiche dicono che ogni anno, in Urologia, scopriamo circa 300 casi”.
Un numero molto alto. Quindi ha un consiglio da dare agli uomini?
“Quello di controllarsi, perché davvero una prevenzione efficace allunga la vita. So che per molti uomini l’esame dall’urologo è un tabù. Ma può salvare la vita.
Non fa male ed è veloce. Certo, un po’ di fastidio lo dà, ma è poca cosa.
Quindi dai 50 anni in su tenetevi controllati”.