Un papà è un papà. Anche se è un cane… Troppo strano? Beh, siamo nella fantasia del cinema d’animazione e Mr. Peabody, quattro zampe (ma lui preferisce stare ritto su due) intelligente, inventore, filantropo, miliardario e padre adottivo di Sherman, appare più genitore di tanti altri che nella realtà, purtroppo, trascurano i propri figlioli. Mr. Peabody e Shermanè un nuovo cartoon griffato Dreamworks, diretto da Rob Minkoff (alla Disney aveva diretto Il Re Leone) che recupera due personaggi che negli anni ’60 spopolavano nel “Rocky and Bullwinkle Show”. I viaggi nella storia di Peabody e Sherman sono stati ripresi in questa piacevole pellicola, insaporita da problematiche genitoriali e turbamenti adolescenziali. Sherman è entrato in rotta di collisione con l’antipatica compagna di scuola Penny e il litigio porta ad un necessario “calumet della pace” che però si trasforma in uno scorrazzare tra i secoli, provocando dissesti nella storia. Così il paziente ma inflessibile, quando serve, papà-cane è costretto a tappare i buchi aperti dal figliolo e dalla coetanea. I passaggi temporali non sono più una novità (ricordate I banditi del tempo di Terry Gilliam?) ma vagare al cinema tra l’antico Egitto e la guerra di Troia, tra Rinascimento e storia americana, risulterà gustoso e anche gli adulti avranno di che divertirsi, specialmente nel finale dove i personaggi della storia si ritrovano nel nostro contemporaneo, rischiando un gigantesco “collasso” spazio-temporale. In più è ben congegnata la relazione padre-figlio, pur nella bizzarria dell’intreccio bambino-canino, compreso il rischio di perdere l’affidamento, vista la natura insolita del genitore adottivo, non da tutti riconosciuto adeguato al compito. Un cartoon valido, allegro e interessante.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani