È un viaggio in Rete all’insegna del buon cibo quello che intraprendiamo insieme al nostro solito Cicerone, Google. Un viaggio che ci porta nel Paese a Stelle e Strisce. Come oramai è riconosciuto, Rimini è sinonimo di buona cucina. E lo è senza ombra di dubbio in una delle città più importanti e conosciute degli Stati Uniti: Los Angeles. Qui, da anni, opera uno chef, il riminese Gino Angelini, il cui nome è apprezzato da tutti i più importanti critici enogastronomici della California. Nonché, ed è il caso di dirlo, dalla numerosa clientela che affolla i ristoranti del cuoco riminese, tra cui figurano nomi di vip quali David e Victoria Beckham, Justin Timberlake, Andy Garcia, Leonardo di Caprio. D’altronde Angelini, originario di San Clemente, è sempre stato avvezzo a cucinare per personaggi famosi, avendo nel suo palmarès nomi del calibro di Luciano Pavarotti, Francois Mitterand, Mikhail Gorbaciov, Federico Fellini, Giovanni Paolo II, solo per citarne alcuni. L’ultimo locale aperto dallo chef riminese si chiama RivaBella e a tesserne le lodi è il periodico Los Angeles Magazine, che non lesina paragoni anche arditi.
“Il ristorante RivaBella, situato verso la fine della Sunset Strip, assomiglia al box giocattoli di un erede Fiat. Nella sala principale un tetto trasparente a scomparsa troneggia su cabine bianche con posti a sedere imbottiti. Nella stanza attigua, interamente rivestita in mattoni, un soffitto a cupola è impreziosito da iscrizioni degne di una catacomba romana, mentre le immagini di un diario di viaggio dei primi del ’900 punteggiano le pareti della terza sala. Un cameriere vestito con una camicia blu Adriatico traghetta un vassoio di Bellini, mentre un gruppo di giovani vestite di tutto punto osservano alcune immagini di un noto fotografo appese nella sala di attesa”.
Parole di apprezzamento anche per la cucina. “Angelini è noto da anni, a Los Angeles, ed è il punto di riferimento di ogni cuoco italiano della città. I suoi piatti mettono in risalto il gusto tutto italiano del buon cibo, senza troppi fronzoli, e con una semplicità che li rende quasi simili al Sushi. Eppure Angelini è uno chef capace di altezze espressive anche con i piatti in apparenza più basilari”.
Fabio Parri