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A far spesa insieme ci si…. GASa

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DECALOGO CIBO (10) – Ultima puntata del nostro decalogo intelligente contro lo spreco del cibo. Ai consigli e alle strategie già pubblicate aggiungiamo un ulteriore punto: “È troppo per te? Danne un po’ ai tuoi vicini di casa”.
Si tratta di un’azione semplice, utile anche per una maggiore socializzazione, in uno scenario contemporaneo in cui, spesso, non ci si conosce neppure fra coinquilini dello stesso palazzo. Un’abitudine, come quella del caffè gustato insieme al tavolo della cucina o delle chiacchiere serali nel cortile, che andrebbe copiata dalle generazioni che ci hanno preceduto. Quindi, se l’amico agricoltore regala una cassetta di frutta fresca, perché non offrirne un cestino alla signora della porta accanto, invece di farla marcire nella dispensa? Abbiamo acquistato, spinti da un’offerta speciale, troppe confezioni di latte o yogurt? Basta suonare il campanello o bussare, con la quasi certezza che, alla prima occasione, il gesto sarà contraccambiato.
Oppure, perché non risolvere il problema alla base, andando insieme dal produttore per una spesa “all’ingrosso” da dividere in base alle esigenze delle nostre distinte famiglie?
Un’idea, quest’ultima, che è alla base del funzionamento dei GAS, acronimo che indica i Gruppi di Acquisto Solidale.
Dal primo GAS, creato a Fidenza nel 1994, tantissimi altri ne sono stati organizzati anche nel nostro territorio.

Ma di cosa si tratta? L’ordinamento giuridico definisce ufficialmente questi gruppi come “soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi con finalità etiche, di solidarietà e sostenibilità ambientale”. Attenzione: non si tratta di un “semplice” gruppo d’acquisto, perché è vero che si tratta di persone che decidono di acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune da ridistribuire tra loro, ma la definizione “solidale” sottintende molto di più: chi partecipa decide di utilizzare il concetto di solidarietà come criterio guida nella scelta dei prodotti. Solidarietà che parte dai membri del gruppo, che si estende ai piccoli produttori che forniscono i loro prodotti nel rispetto dell’ambiente.

Quindi? Economia solidale significa chiedersi che cosa c’è dietro un determinato bene di consumo (sia esso un pacco di pasta, una mela, un sapone, un vestito…), se chi lo ha prodotto ha rispettato le risorse naturali e le persone che le hanno trasformate, quanto del costo finale serve a pagare il lavoro e quanto invece la pubblicità e la distribuzione, qual è l’impatto sull’ambiente in termini di inquinamento, imballaggio, trasporto.
Punto di forza dei GAS è anche il contatto diretto con i produttori, coi quali si instaura un clima di dialogo e fiducia reciproca, con un effetto benefico per entrambe le parti: i consumatori acquistano prodotti di alta qualità e a prezzi competitivi, grazie all’esclusione degli intermediari, mentre ai produttori viene riconosciuto un prezzo equo. Inoltre, i GAS prediligono prodotti locali, per abbattere l’impatto ambientale conseguente al trasporto della merce e per potersi relazionare direttamente col produttore.

Come funziona un GAS? Il funzionamento di base di un Gruppo d’Acquisto Solidale è abbastanza semplice: in primo luogo i partecipanti al gruppo definiscono una lista di prodotti su cui intendono eseguire gli acquisti collettivi; in base a questa lista le diverse famiglie o persone compilano i loro singoli ordini (di solito un fabbisogno settimanale), che vengono raccolti e sommati per definire un ordine di gruppo che viene trasmesso al produttore; quando arriva la merce dal produttore, questa viene suddivisa tra le famiglie che appartengono al gruppo e ognuno paga per la sua parte.

Non solo cibo. Negli ultimi anni si sta cercando di applicare con successo il criterio dei GAS a tutti i prodotti (quindi non solo alimentari) e ai servizi (utenze e settore terziario), dei quali si usufruisce nella vita di tutti i giorni. Alcuni gruppi di GAS si stanno organizzando anche per poter affrontare in maniera consorziale un problema specifico, ad esempio in relazione alla questione energetica, ai servizi di comunicazione, al settore dei servizi di cura ed assistenza.

Maria Cristina Muccioli