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A corrente alternata

In questo inizio di anno Rimini non ha praticamente registrato sforamenti del Pm10, neanche nei trafficosi giorni del Sigep, e i dati delle micropolveri negli ultimi anni a Rimini e in Emilia-Romagna sono in costante miglioramento. Premesso che abbassare la guardia sarebbe criminale in una regione che perde migliaia di cittadini ogni anno per patologie riconducibili allo smog, a cosa attribuire il risultato?

Qualcosa in termini di strade e trasporto pubblico è stato fatto, certo, ma la mia impressione è che si tratti soprattutto di un trend fisiologico dovuto a veicoli sempre meno inquinanti, con i nuovi mezzi che man mano sostituiscono quelli più vecchi (anche se in giro ci sono ancora camioncini che sputano fumaroni neri da denuncia). Ma mentre i margini di ulteriore sostenibilità dei mezzi a combustibili fossili sono sempre più ridotti, la rivoluzione dell’auto elettrica si è incartata tra prezzi che non scendono come ci si aspettava e reti di ricarica che si diffondono a rilento.

In tutto questo l’Europa sembra sempre più timida nel difendere questa rivoluzione affidando alle case automobilistiche, che oggi si trovano nel limbo tra vecchio e nuovo, il compito di farlo al posto suo e rispondere alla disinformazione rombante. E mentre l’Europa sussurra a malapena, il palco del dibattito è ormai lasciato solo alle voci da oltreoceano.

Si imporrà allora la linea del presidente Trump che ha dichiarato guerra alle energie rinnovabili e ha detto che trivellerà tutto quel che è trivellabile? O si imporrà la linea del presidente Trump che, dopo essersi alleato col principale produttore mondiale di auto elettriche, ha ammesso che forse non sono un’idea così malvagia?

Tutto molto confuso. Anzi, trattandosi di smog, fumoso.