Descrizione
Tanti, tantissimi anni fa… Rimini, 25 novembre 1944. Mancava un mese esatto al Natale. Anche quella sera il giovane Alberto (Marvelli) rientrò a casa molto tardi. La mamma era rimasta a lungo in piedi ad aspettarlo. Finalmente se lo vide comparire davanti, stanco e infreddolito, senza scarpe, senza giacca e senza bici. Le scarpe e la giacca le aveva date a un povero papà di famiglia che aveva visto incamminarsi a piedi scalzi alla volta di Vergiano.
Ma Alberto era tornato a casa anche senza bici: l’aveva data a un altro papà trovato lungo la strada, con la sua vecchia bicicletta spezzata in due, perché gli si erano rotti i freni ed era andato a sbattere contro un grosso albero. Quella sera Alberto era molto triste: la città era stata liberata dai nazifascisti due mesi prima, ma era ridotta a un cumulo di macerie: tantissime case abbattute dai bombardamenti, chiese diroccate, fabbriche e scuole ancora chiuse, ospedale quasi completamente distrutto. Dappertutto, devastazione, dolore e morte.
Ad Alberto era stato affidato l’incarico di provvedere agli alloggi e alla ricostruzione dell’intera città, ma l’impresa stava diventando di giorno in giorno sempre più faticosa e sofferta, quasi impossibile. Eppure bisognava farcela! Un po’ di coraggio Alberto l’aveva trovato anche quel giorno in due persone, con cui cercava di tenersi strettamente in contatto: Gesù, che riceveva quotidianamente nella Messa, e il Vescovo Luigi che non mancava mai di rivolgergli parole di fiducia e di speranza. Quella sera il Vescovo gli aveva detto: “Caro Ingegnere, tra un mese sarà Natale. Quest’anno, ora che è passata la guerra, dobbiamo fare proprio un bel presepe in piazza”.
Allora, stavo dicendo che quella sera Alberto era talmente stanco e sfinito che gli era passata anche la fame. Si scusò con la mamma e, dopo aver recitato le preghiere della sera, si mise a dormire. E cominciò a sognare…