Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy, Schroeder: in poche parole, i Peanuts, le popolari “noccioline” create, scritte e disegnate da Charles M. Schulz. Molto più che un semplice fumetto, i Peanuts sono un mondo adulto in formato bambino, con tutto un carico di sogni, aspirazioni, delusioni e fallimenti tipici dei “grandi”, ma qui giocati su un irresistibile target infantile, portatore anche di riflessioni profonde e disquisizioni filosofiche e teologiche, scomodando pure la psicoanalisi. Vista la notorietà intatta anche dopo la morte del loro “papà”, lecito il timore nei confronti della nuova produzione animata firmata Blue Sky Studio (quelli de L’era glaciale, non a caso prima del film principale c’è un corto di Scrat, il loro personaggio-simbolo) e diretta da Steve Martino, dedicata alle “noccioline” con la modernità della grafica CGI e pure in 3D per chi gradisce. Operazione riuscita, intanto perché la sceneggiatura è firmata da Craig e Bryan Schulz, rispettivamente figlio e nipote di Charles, garanti del rispetto delle soluzioni e dei caratteri che hanno popolato le strisce disegnate per decenni, poi perché il ritorno di Charlie Brown e compagnia (ci sono praticamente tutti, tranne Ripresa, il fratellino di Lucy e Linus, ma riappaiono alcuni bambini dimenticati dai più come Frankyln e Shermy) è un immenso piacere, tra aquiloni che non volano, il cuore che batte per la Ragazzina dai Capelli Rossi (che, novità, questa volta si vede!), le immancabili e fallimentari partite a baseball, i voli nella fantasia di Snoopy, ora aviatore, ora scrittore, ora nel seducente ruolo di “Joe Falchetto”, il pianoforte di Schroeder, le lezioni scolastiche e il chiostro psichiatrico di Lucy, per un viaggio in un universo molto noto, ma anche da far scoprire ai più piccoli.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani