Home Vita della chiesa Grandi cose il Signore compie attraverso la nostra debolezza

Grandi cose il Signore compie attraverso la nostra debolezza

“L’uomo che ha dato la preferenza a Dio nel suo cuore, vede, nell’ora di morte, il suo Angelo custode”. Queste parole di Claudel ne L’Annuncio a Maria, mi sono tornate in mente guardando il volto sereno del nostro “don Peppino”, che, il mattino del 3 novembre, ha terminato il suo pellegrinaggio terreno a Santa Maria del Piano (Montescudo), dove ha desiderato abitare anche dopo che, per l’età avanzata, non poteva più svolgere il compito di parroco.
Don Giuseppe Foschi nacque a Saludecio il 18 marzo 1923 e fu ordinato sacerdote il 22 dicembre 1945. Dopo un breve periodo in cui esercitò il ministero sacerdotale a Serravalle (RSM), all’epoca appartenente alla Diocesi di Rimini, il 16 febbraio del 1950 arrivò in corriera a Santa Maria del Piano, nominato parroco della parrocchia Sant’Apollinare da mons. Luigi Santa.
Lui stesso, festeggiato dai parrocchiani il 7 settembre scorso, nella Festa della Madonna del Piano, indicava, nel giorno dell’ordinazione ed in quello del suo arrivo in parrocchia, “le due date significative della mia vita”. In questa circostanza, in cui tutta la parrocchia si è riunita assieme al nostro vescovo Francesco per celebrare il suo 70° anniversario di ordinazione sacerdotale, unitamente ai 65 anni di presenza a Santa Maria del Piano, don Peppino ha avuto modo di esprimere tutta la sua gratitudine: “Ringrazio Dio di avermi amato con amore di predilezione, di avermi cioè scelto, chiamato, e voluto suo sacerdote, nonostante i miei grossi limiti e i miei innumerevoli difetti, pur sapendo che non avrei corrisposto adeguatamente. Grazie, Signore. Sì, grazie infinite!”. Don Peppino è stato una presenza significativa per la nostra frazione innanzitutto per il fatto di essere stato scelto da Cristo, consapevole di tutta la propria sproporzione rispetto al dono del sacerdozio e, al tempo stesso, grato e lieto per la sua vocazione. Con questa certezza e questa letizia ha avuto la libertà di chiedere perdono, al Signore e a tutti i suoi parrocchiani, per “non essere stato sempre un sacerdote secondo il cuore di Dio”, in un abbraccio che nessuno dimenticherà e che don Giuseppe ha ricordato commosso anche il 2 novembre, dopo aver celebrato l’ultima Santa Messa. Elena Castellari, Sindaco di Montescudo, nata e cresciuta a Santa Maria del Piano, lo ha ricordato commossa: “Con don Peppino si compie un tratto decisivo della nostra storia: ha dedicato completamente la sua vita a Dio e alla nostra frazione”, e al termine del funerale, a nome di tutti gli amici di Santa Maria, a sua volta ha chiesto perdono per “non averti sempre capito”. Durante la Santa Messa, ascoltando il Vescovo mentre leggeva il suo testamento spirituale e guardando i miei parrocchiani, che hanno lavorato per preparare la disposizione della chiesa e curare la liturgia in tutti i particolari, mi sono sorpreso stupito e commosso per il fatto che Cristo abbia potuto trarre a sé un uomo fino a farlo tutto suo e che il nostro “”, di “uomini – come lo stesso don Peppino ricordava povere creature, deboli, fragili e inclinate al male e quindi docili a peccare”, permette a Dio di operare anche attraverso la fragilità della nostra carne. Grazie don Giuseppe, perché ci hai testimoniato che la Misericordia è l’ultima parola sulla nostra vita.

don Roberto Battaglia