È ancora in stallo in provincia di Rimini il dibattito istituzionale sul passaggio alla gestione pubblica dell’acqua cominciato con il referendum abrogativo del 2011. Il termine del 30 settembre entro il quale i comuni avrebbero dovuto prendere una decisione sulle sorti del servizio idrico è trascorso. Ancora non è stato presentato – né tanto meno realizzato – lo studio di fattibilità richiesto da più parti per la verifica della sostenibilità o meno della “strada” pubblica. Ciò che possiamo registrare in merito allo stallo attuale, dopo aver raccolto varie dichiarazioni di amministratori locali e attivisti, è che molti siano tentati di lasciare le cose come stanno. Fra questi lo stesso sindaco di Misano, Stefano Giannini, che coordina il dibattito intra-provinciale e che ha confessato a ilPonte la preferenza per la gara tra privati.
Riassunto delle puntate precedenti. Il mandato di Hera per la gestione dell’acqua è scaduto nel 2012. La multiutility ha nel frattempo continuato ad operare in regime di proroga in attesa che Atersir Rimini (la riunione tematica di tutti e 27 i comuni) prendesse una decisione. Le opzioni sul tavolo erano (e sono): gestione pubblica attraverso società in-house; gestione mista; gestore unico. A febbraio di quest’anno c’è stato un importante incontro dei sindaci caratterizzato dalle proteste del Comitato Acqua Pubblica che chiedeva ai politici di rispettare la volontà dei cittadini e che ha portato alla rottura tra la Giunta Gnassi e l’ex assessore all’Ambiente di Rimini Sara Visintin. Nella riunione (già al tempo considerata “inconcludente” da più parti) si è deciso di procedere con lo studio di fattibilità e di riparlarne a fine agosto. Nulla di fatto.
Bellaria spinge. “Non deve essere la sola paura dei conti a chiudere il dibattito”. Questo l’incoraggiamento dell’assessore all’Ambiente di Bellaria Giovanni Giovanardi. Molti lamentano che la discussione interna ad Atersir si sia concentrata troppo sui costi della ripubblicizzazione e poco sui benefici, come gli introiti delle bollette.
“C’è qualche punto non esplicitato che potrebbe offrire una visione meno pesante”.
Sui rapporti coi colleghi dice: “ci sono comuni che non si sono mai espressi sul desiderio di uno studio di fattibilità. Forse hanno già deciso di chiamarsi fuori”. Dopotutto, “non è compito di Atersir fare lo studio, ma dei comuni, e non tutti sono obbligati a partecipare. Però penso che ogni amministrazione dovrebbe prendersi questo impegno che diverrebbe così non particolarmente oneroso”.
In sintesi, siccome lo studio di fattibilità ha un costo e siccome il suo risultato è incerto, fra i sindaci c’è chi ci pensa due volte prima di commissionarlo. Così facendo, però, quelli più motivati replicano: perché solo noi dobbiamo pagare uno studio che serve anche a loro? Da qui i ritardi.
Coriano anima il dibattito. “Ci siamo rivolti all’ufficio di consulenza di Reggio Emilia (che fu capofila italiano nel ritorno all’acqua pubblica, ndr) e abbiamo richiesto un preventivo per lo studio di fattibilità – rivela l’assessore all’Ambiente Michele Morri – che abbiamo fatto girare a tutti i sindaci della provincia di Rimini per chiedere loro di finanziarlo assieme”.
Coriano ha da solo fatto uno studio sulla fattibilità “gestionale ed organizzativa”.
“Si può fare!”, dice Morri. Per lo meno da questo punto di vista. “Rimane da affrontare il nodo economico-finanziario”. E che nodo! In una prima fase, con la soluzione in-house, i comuni dovranno accollarsi i costi degli investimenti sulla rete idrica (200 milioni di euro in 10 anni) e gli indennizzi ad Hera per quelli già fatti (oltre 110 milioni di euro).
Misano vuole la gara europea. Con la morsa del patto di stabilità, tali debiti sarebbero “bancabili” per i comuni? Dice già di “no” il sindaco di Misano – nonché coordinatore provinciale Atersir – Stefano Giannini. “Abbiamo fatto fallire un aeroporto per 20 milioni di euro. Indebitarsi di oltre 100 milioni è qualcosa di impensabile in questo momento. Lo dico con franchezza: il nostro comune non ne sarebbe in grado”.
Ecco perché, “io voto per la gara europea”. Gara che è legittimo ipotizzare sarebbe Hera a vincere. Continua a ribadire, inoltre, Giannini che “rispetto a Reggio Emilia, da noi la gestione dell’acqua è già pubblica per la parte strategica. Romagna Acque (società pubblica) gestisce la produzione, potabilizzazione e distribuzione dell’acqua fino ad ogni singolo comune”. E ancora, “chi pensa che con la gara tra privati la gestione dell’acqua sarebbe lasciata al libero mercato si sbaglia. Gli investimenti vengono stabiliti dai comuni e il costo delle tariffe da Atersir applicando la legge. Con una società in-house le bollette non si abbasserebbero”.
Finita la tournée fra i Consigli comunali della provincia (gli manca solo il Comune di Rimini), entro questo mese secondo il primo cittadino di Misano si prenderà una decisione, “e ritengo sia difficile una scelta diversa dalla gara”. Lo spazio per i sostenitori del referendum sembra sempre più sottile.
Mirco Paganelli