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La musica di Tolkien

Un’ amicizia. Una passione: la musica. Un concerto, che ora diventa anche cd. Grazie alle suggestioni di Tolkien e alla magia regalata da un’artista come Angelo Branduardi. Il 17 settembre, al teatro E. Novelli di Rimini, è andato in scena il concerto “Ainulindale – la Musica degli Ainur” è il progetto appena portato sul palco del Teatro Novelli di Rimini realizzato da quattro giovani allievi dell’Istituto Musicale “Lettimi” di Rimini, accompagnati dalla voce narrante di Angelo Branduardi. Nicolò Facciotto, direttore dell’orchestra “Lettimi” che ha eseguito le musiche dal vivo, racconta come è nato e si è concretizzato un progetto così bello ed emozionante.

Come è avvenuta la collaborazione con Branduardi?
“Lo spettacolo è stato ideato da Ivan Tiraferri nell’estate scorsa, e questa è stata la sua terza rappresentazione a Rimini. La prima è stata il 25 luglio 2014 presso l’abbazia di Scolca, a San Fortunato, all’interno dell’iniziativa “Venerdì di Scolca”. È nata poi una seconda occasione grazie all’aiuto economico del Comune di Rimini, e in particolare di Giampiero Piscaglia, direttore dell’Istituzione Musica Teatro Eventi. Il 7 dicembre scorso, infatti, il concerto è tornato in scena, presso la chiesa di S. Maria in Corte (Servi) a Rimini. In questa occasione sono state anche registrate le musiche, grazie alla casa editrice “Il Cerchio”, e il cd è ora in vendita, anche online (per info https://www.facebook.com/musicadegliainur).

Grazie ad alcuni contatti siamo poi arrivati a Branduardi: abbiamo chiesto all’autore de «Alla fiera dell’Est» di essere la voce narrante per il nostro spettacolo e per il cd. Nel suo studio sono state incise le voci, e si è subito reso disponibile anche per la rappresentazione live. Il concerto, un progetto collaterale della Sagra Malatestiana, è stato ampliato rispetto al’esordio. Infatti l’Orchestra Sinfonica del G. Lettimi, che ha suonato, è più corposa. Le musiche sono state composte da me, Federico Mecozzi, Mattia Guerra e Ivan Tiraferri, tutti allievi del «Lettimi». Durante lo spettacolo si sono alternati orchestra e voce narrante, con alcune sovrapposizioni delle parole sulla musica. Le letture sono state tratte dal Silmarillion di Tolkien e il tema dello spettacolo è proprio la creazione del mondo secondo Tolkien, il contrasto tra bene e male, dove il diavolo cerca di insinuare melodie in contrasto con l’armonia presente”.

Da dove viene questo amore per lo scrittore de Il signore degli anelli?
“È una passione comune tra noi compositori. Ci siamo chiesti perché non mettere in musica un’opera così bella, connessa per di più alla musica. Inoltre nessuno aveva mai pensato a rendere in musica un racconto come l’Ainulindalë, il primo capitolo del celeberrimo Silmarillon. Perché? Forse per il timore reverenziale di fronte all’autore de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, forse per la paura di deludere i suoi milioni di lettori in tutto il mondo.
Se dovessi paragonarmi a uno hobbit mi definirei Sam, Frodo sarebbe forse Federico. Il primo capitolo del Silmarillon è un invito quasi irresistibile per dei compositori, ricco com’è di riferimenti ai temi che sviluppa e perfino agli strumenti musicali con cui eseguirli. È una sorta di ‘Genesi’ tolkeniana dell’intero mondo che ritroveremo ne Il Signore degli Anelli e ne Lo Hobbit. Ilúvatar (Dio) creò gli Ainur (gli Angeli), li convocò e fece ascoltare loro un tema musicale bellissimo, chiedendogli di farne una ‘Grande Musica’, in armonia. Ma il più potente di loro, Melkor (una sorta di Lucifero), «standosene solo, aveva preso a concepire pensieri diversi da quelli dei suoi fratelli», e li tradusse in discordanze che si opponevano all’armonia. Ne nacque uno scontro cosmico con un alternarsi di temi musicali contrastanti, che però portarono a melodie ancora più maestose e affascinanti, finché Ilúvatar «levò entrambe le mani e con un unico accordo, più profondo dell’Abisso, più alto del Firmamento» fece cessare la musica. È in fondo la traduzione dello scontro tra il bene e il male da cui ha origine il mondo”.

Cosa vi aspettate da questo lavoro?
“L’ipotesi migliore sarebbe quella di fare un tour, se ci saranno le possibilità, per fare apprezzare questo concerto a più gente possibile”.

Che previsioni avete per il futuro?
“Al momento non abbiamo altri concerti in programma o progetti per il futuro, ma presto ci verranno in mente”.

Si può vivere di musica in una città come Rimini?
“Questa è una città molto fertile, musicalmente parlando, specie nel pop o nel rock. Anche la musica classica è ben valorizzata durante la Sagra Musicale Malatestiana. Dunque è una città molto ricca da questo punto di vista: perché non provarci?”.

Cecilia Letta