La mente dell’undicenne Riley è particolarmente affollata: ogni giorno, dal primo vagito, le sue emozioni, ovvero Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto e Rabbia, si prodigano per ogni singolo istante della vita della ragazzina, provocando in lei i necessari cambi di umore a seconda delle circostanze. La Pixar, sempre in tandem con Disney, osa l’inosabile e dopo aver dato voce e pensieri a incubi “mostruosi”, automobili e pesci e aver reso poetica una casa volante con palloncini, sforna un altro capolavoro di grande successo (negli USA ha superato i 350 milioni di dollari di incasso) come Inside Out, strepitoso viaggio nella mente umana con la genialata della visualizzazione dei sentimenti resi come accattivanti e colorati personaggi. Così la testa della giovane protagonista si trasforma nel set ideale di questo affascinante racconto, tra conscio e subconscio, tra sogni e pensieri astratti, tra memorie svanite e ricordi sbiaditi, tra rimasugli dell’infanzia (il buffo amico immaginario Bing Bong che ancora vaga nella mente della ragazza) e consapevolezze del presente, in un momento delicato per Riley, trasferitasi con papà e mamma a San Francisco e costretta a ripartire da zero. E questo momento così difficile rischia di confondere la ragazzina, per via di un pasticcio dentro la sua testa che va risolto con Gioia e Tristezza costrette ad occuparsene…
Se gli adulti si entusiasmeranno di fronte alla ricchezza narrativa e alla complessità del film, ai bambini non sarà necessario leggere Freud e Jung, visto il travolgente appeal dei cinque emoticon che sottolineano l’importanza di vivere le proprie emozioni. Applausi scroscianti anche al cortometraggio di apertura >Lava, storia d’amore tra due vulcani canterini.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani