Il dato è piuttosto allarmante. In Italia, un bambino su cinque (il 17 per cento) non pratica sport nel tempo libero. Per il 27 per cento di loro, la motivazione deve essere ricercata nella mancanza di possibilità economiche delle famiglie nell’affrontare la spesa. Circa un minore su dieci, invece, non pratica attività motorie neppure a scuola (11%), per mancanza di spazi attrezzati o per l’assenza di attività nel programma scolastico.
La ricerca. A dirlo una ricerca dal titolo “Lo stile di vita dei bambini e dei ragazzi”, realizzata da Ipsos per Save the Children e presentata pochi giorni fa ad Expo 2015, in occasione dei quattro anni di “Pronti, Partenza, Via!”, progetto promosso dalla Ong insieme a “Mondelez International Foundation” nelle aree periferiche di dieci città italiane a favore della pratica motoria e sportiva e dell’educazione alimentare dei bambini.
“Le difficoltà economiche delle famiglie e la mancanza di spazi pubblici adeguati obbligano molti bambini e ragazzi a rimanere in casa per lunghe ore – sottolinea Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children Italia – per questo motivo rischiano di diventare sempre più sedentari e disabituati a confrontarsi coi loro coetanei. Sono bambini e ragazzi che, anche solo con un parco giochi, degli alberi e delle panchine, potrebbero cambiare le loro abitudini, correndo meno il rischio di perdere la socialità tipica della loro età”.
In casa davanti ai videogiochi. La ricerca Ipsos descrive bambini e ragazzi abbastanza attenti all’alimentazione, che per una buona parte praticano attività sportiva, ma passano anche tanto tempo chiusi in casa davanti alla televisione, ai videogiochi o leggendo un libro. I ragazzi trascorrono in casa o a casa di amici (62%) molto del loro tempo libero, anche perché non ci sono spazi all’aperto dove incontrarsi o, anche quando ci sono, sono sporchi e poco sicuri (66%). Solo il 44% dei ragazzi dichiara di trascorrere con i genitori più di un’ora di tempo durante le giornate lavorative, situazione che migliora nel fine settimana dove, però, quasi un bambino su quattro (23%) passa comunque meno di un’ora al giorno in attività coi propri genitori. Il tempo trascorso coi ragazzi in famiglia è per lo più dedicato a fare delle passeggiate (58%) e solo poco più di uno su tre va a visitare qualcosa (34%), uno su quattro va al cinema (25%) e meno di uno su cinque fa attività sportiva coi genitori (18%).
Quando i ragazzi sono a casa, in media trascorrono 55 minuti al giorno su internet, 47 minuti giocando con i videogame; dal lunedì al venerdì passano in media 71 minuti al giorno davanti alla Tv, tempo che si allunga a 84 minuti nei fine settimana. Il 12 per cento di loro sta davanti alla televisione più di tre ore al giorno durante i giorni feriali, percentuale che sale al 20 per cento nel fine settimana. Circa uno su sei sta su internet e gioca ai videogame per lo stesso lasso di tempo.
Poca considerazione per lo sport. La considerazione che i ragazzi hanno dell’importanza della pratica sportiva e dell’attività motoria resta bassa: solo per meno della metà degli intervistati uno che pratica sport viene considerato molto bene, perché piacciono i ragazzi sportivi (46 per cento). Per uno su tre questo elemento non è rilevante per la popolarità tra i coetanei (32 per cento) e più di uno su cinque dichiara che tra amici bisogna invece saperne di videogiochi, campionato di calcio e cartoni animati (22 per cento).
Camminare, che fatica! Le occasioni di sport e movimento non si esauriscono, però, nella pratica sportiva e la sedentarietà dei ragazzi si conferma un tratto distintivo: un intervistato su quattro dichiara di camminare non più di 15 minuti al giorno, dato che aumenta a uno su tre nel Centro Italia; solo il 4% afferma di percorrere a piedi più di un’ora al giorno. Due su cinque vanno a scuola accompagnati in macchina da un familiare e gli altri si muovono utilizzando mezzi pubblici (17%), a piedi (28%) o con la bicicletta (15%). Tra i ragazzi che utilizzano la bicicletta, si segnala un incremento del 6% rispetto alla precedente rilevazione nell’utilizzo delle due ruote, percentuale che sale fino al 22% tra i ragazzi fra gli 11 e i 13 anni.
Alberto Volponi