Quel reato penale che pende sulla testa della vongola non riesce a digerirlo proprio nessuno. Si allunga, così, l’elenco dei buchi ai quali bisogna mettere una pezza in tema ittico. Il limite dei 25 mm di diametro per la pesca del mollusco (imposto dall’Europa e recepito dall’Italia con una multa sino a 4mila euro e il reato penale di danneggiamento ambientale) non va solo a complicare la vita dei vongolari della provincia di Rimini ma anche quelle dei consumatori. I primi non riescono da anni a lavorare con regolarità e i secondi non riescono più a mettere nel piatto il prodotto locale. Ci perdono tutti, ad un primo e superficiale sguardo. Ma cosa si può fare?
La guerra delle vongole della marineria di Rimini e provincia è lunga e complicata. Ogni tanto qualcuno prova a sistemare la cosa, soprattutto da quando (da almeno due anni) ci si è resi conto che le vongole locali a 25 mm non ci arrivano mai, perché si fermano a 22-23 mm prima di morire. Lo scandalo scoppiò (anzi ri-scoppiò) lo scorso febbraio quando le vongole arrivarono morte, a riva, a quintali, tanto da essere buttate via a palate. Ma non tutto è fermo. I pescatori non fanno altro che protestare, anche gli europarlamentari della zona hanno preso a cuore la questione. Ultimo Tiziano Arlotti che si è incaponito proprio sulla questione delle sanzioni e ha portato la cosa in Regione, in Commissione Agricoltura e pesca.
Ho sottoscritto un emendamento alla proposta di legge, in accordo con le associazioni di categoria della pesca, per la depenalizzazione della pesca di esemplari sotto taglia prevedendo un range di tolleranza e introducendo solo sanzioni amministrative posto naturalmente che il sistema di raccolta e le reti usate dai pescatori siano a norma.– spiega Tiziano Arlotti – In particolare l’emendamento propone una rimodulazione delle sanzioni per illeciti amministrativi per i prodotti della pesca inferiore alla taglia minima di riferimento, più proporzionate rispetto all’illecito pur mantenendo un sufficiente effetto dissuasivo a questa grave infrazione se attuata in maniera colpevole”.
In attesa che qualcosa di nuovo avvenga siamo andati a fare un giro al mercato di Rimini per vedere che cosa si trova sui banchi del “fresco”. Apriamo parentesi: l’Italia è il secondo paese produttore al mondo, mentre il primo posto spetta alla Cina che immette sul mercato mondiale il 98% del prodotto. I numeri parlano chiaro, chiusa parentesi. Molte delle vongole che si trovano nei nostri piatti arrivano proprio da lì, ai banchi del mercato spopolano anche le Filippine. Molto meglio per chi decide di mangiare il pesce, nonostante il fermo (26 luglio-6 settembre) delle imbarcazioni dell’Adriatico, che non impone il blocco totale della pesca ma solo alle imbarcazioni che utilizzano il metodo a strascico e a traino. Il pesce “straniero” comunque c’è e costa meno rispetto al pescato locale (portato in banchina da piccole imbarcazioni che praticano il metodo delle pesca sportiva e piccola pesca) che diventa in questo periodo un bene scarso. Coldiretti richiama tutti i consumatori all’attenzione perché nei primi 3 mesi del 2015 l’importazione di pesce è aumentata del 3% rispetto allo scorso anno. “Occhio vivo” dicono i pescatori in gergo quando vogliono richiamare all’attenzione; vivo come quello che dovrebbe avere il pesce appena pescato.
Angela De Rubeis