Sarà la contemporaneità con il Tour de France, sta di fatto che Verucchio decide di scattare sui pedali in un torrido luglio, per tentare una fuga già ispirata dai vicini comuni di Rimini e Santarcangelo. Una “volata” ideologica che apre la strada a tanti fraintendimenti. Il Consiglio Comunale vota la mozione “Prendiamoci cura degli altri” e decide di trascrivere in un apposito registro i matrimoni tra persone dello stesso sesso conseguiti all’estero. Una “questione di civiltà”, secondo gli amministratori. Si invoca la censura della Corte Europea per avvalorare la scelta. Ma la pronuncia di Strasburgo va letta per intero: in essa si richiede una legislazione che tuteli “le esigenze fondamentali di una coppia convivente dello stesso sesso impegnata in una relazione stabile”, ma non necessariamente attraverso l’istituzione del matrimonio omosessuale, che l’articolo 12 della Convenzione Europea dei diritti fondamentali del 1950 non prevede affatto. Nessuno intende negare i diritti individuali di persone dello stesso sesso che decidono di vivere insieme, ma la volata lanciata da una parte politica che si ispira acriticamente alla cosiddetta “teoria del gender” conduce ad altro: “assimilare – spiega con rigore Carlo Cardia – la convivenza gay al matrimonio, con l’inevitabile conseguenza di aprire la strada all’adozione e dei bambini da parte di coppie omosessuali”. E alla procreazione attraverso strade moralmente inaccettabili, sfruttando madri surrogate i cui diritti sono evidentemente opinabili. Questa discesa a occhi chiusi nega i concetti elementari riconosciuti solennemente dalle Carte internazionali dei diritti umani e dalla Convenzione Europea del 1950 in materia di paternità e maternità, e allo stravolgimento stesso dell’idea di famiglia. La realtà ci impone di guardare negli occhi la gravità delle conseguenze di questo obiettivo. Va garantito il diritto fondamentale dei figli ad abbracciare la madre e ad essere accompagnati dal padre, senza che nessuna delle due figure venga programmaticamente eliminata, minando una crescita armonica della personalità.
Paolo Guiducci