Costruire un meeting in cui convergono decine di migliaia di persone da tutto il mondo, sulle mancanze sembra una contraddizione in termini. Quando con la sua forza travolgente, come l’acqua che fuoriesce da una diga che si rompe, inonda il cuore dell’uomo, questa assenza diventa una risorsa. “L’arte, la musica, la poesia, espressioni cui il Meeting 2015 porrà particolare attenzione – assicura la presidente della Fondazione, Emilia Guarnieri – rappresentano da sempre la testimonianza di quella irriducibile mancanza che alberga nel cuore dell’uomo, ma al tempo stesso esprimono quel grido e quella scintilla di nostalgia capaci di suscitare il desiderio dell’eterno”. Il sentimento della mancanza, la riduzione del desiderio, la ricerca di una “molla” sono alla base dell’edizione XXXVI del Meeting, il cui titolo è un verso di Mario Luzi: “Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?”. È il Meeting che per la prima volta modifica la sua data, il via non più alla domenica bensì alle 12 di giovedì 20 agosto, per chiudere i battenti – dopo aver ospitato circa 100 convegni, 14 esposizioni, oltre 10 spettacoli e 15 manifestazioni sportive – il 26 agosto. “È interessante declinare alcuni dei vocaboli che compongono il dizionario Meeting 2015 – è la lettura del Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi – Il primo è cuore. fa venire subito alla mente Sant’Agostino: «ci hai fatti per te, Signore, il nostro cuore è senza quiete». Cuore non solo sede delle emozioni ma il sacrario, il tabernacolo dove Dio abita. Il crepaccio assetato d’infinito, secondo Kierkegaard. Cuore è il messaggio di questo Meeting, l’arte, lo spettacolo, gli incontri e i giovani il linguaggio”.
Novità è anche la partecipazione del premier Matteo Renzi, “scortato” da cinue ministri del suo governo (Martina, Delrio, Gentiloni, Poletti e Padoan). Se a tema dell’edizione 2015 c’è la ripresa, l’Eurozona, le sfide dell’Italia, il Mediterraneo, l’Islam, le costituzioni e la democrazia, l’apertura è però dedicata al ruolo che le religioni hanno per la pace. Con un modello: il patriarca Abramo, sulla cui figura dibatteranno il giurista ebreo e rettore dell’Istituto europeo di Firenze, Joseph Weiler e il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione don Julian Carron. Alle religioni e alla pace è dedicato anche l’incontro di apertura della kermesse (“Le religioni sono parte della soluzione, non il problema”), con il cardinale Jeaun-Louis Tauran, presidente Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, Azzedine Gaci (rettore della moschea Othmane Villeurbane, Francia) e Haïm Korsia, Gran Rabbino di Francia.
Lo spettacolo inaugurale (giovedì 20 agosto, ore 21) è una multimediale “L’impronta – Cuori moderni” (con una selezione di testi affidata al poeta Davide Rondoni): voci diverse e sensibilità differenti che avvertono la presenza di un’impronta nel cuore. Ma a Rimini c’è anche spazio per i tanti uomini che ancora oggi non hanno perso la forza di osare. I cristiani iracheni profughi di Erbil, padre Charly in viaggio tra i Curas Villeros in Argentina, il segretario generale della Cei mons. Nunzio Galantino. C’è spazio per chi arriva da lontano (Piero Sansonetti e Fausto Bertinotti), nella certezza che ciascuno viene valorizzato. E anche un piccolo bagliore è in grado di far riemergere un cuore vivo, capace di amore e libero di fronte alla realtà.
Paolo Guiducci