Rimini, la laurea e il lavoro. Quale rapporto esiste tra il Campus, lo studio e i risultati occupazionali? In altre parole: chi frequenta l’università a Rimini riesce nell’impresa di trovare un impiego?
La percentuale di neo-laureati che entra nel mondo del lavoro già dopo la laurea triennale è elevata, e la condizione occupazionale è buona sia ad un anno che a cinque anni dalla laurea magistrale. L’orizzonte è meno roseo, invece, quando si tratta di valutare i compensi: ad un lustro dalla laurea, il guadagno di uno studente uscito dal Campus di Rimini non sale. “In controtendenza, Rimini può sfoggiare risultati meno negativi rispetto ad altre realtà, perché la crisi ha comunque modificato lo scenario – spiega Angelo Guerriero di AlmaLaurea – , e sfoggiare persino alcune peculiarità”.
Lo dice la ricerca (la terza) sugli esiti occupazionali commissionata da Uni.Rimini al Consorzio InterUniversitario AlmaLaurea, che ha preso in esame 754 neo-laureati di 1° livello, un numero sensibilmente superiore a quello analizzato nei rapporti precedenti (555 nel 2006, 582 nel 2005, 509 nel 2004, 453 nel 2003).
A un anno dalla laurea, il 52,8% degli studenti del Campus di Rimini già lavora, contro una media nazionale del 41,4%. 11,4 punti in più che testimoniano l’elevata propensione all’ingresso nel mercato del lavoro da parte degli studenti del Campus di Rimini. “Molto probabilmente su questo fronte «pesano» l’elevato numero di convenzioni di tirocinio formativo e le numerose aziende che partecipano ai progetti messi in campo dal Campus” (tesi di laurea, job placement e Lavoro in Corso), è la tesi del presidente di Uni.Rimini, Leonardo Cagnoli.
Anche sul versante delle lauree Magistrali la situazione è buona. Il tasso occupazionale ad 1 anno dalla laurea è del 58,8%, superiore alla media nazionale del 55,25. A 5 anni dalla laurea la percentuale sale al 89,6%, contro l’82,3 della media nazionale. Anche a livello quantitativo i numeri testimoniano una tendenza interessante: il 51,1% svolge professioni altamente qualificate o occupa ruoli di alta dirigenza.
Il 33% sono occupati stabili (il 18% ha un contratto dipendente a tempo indeterminato, il restante 16% un lavoro autonomo effettivo), il 30% è occupato con contratti non standard e il 2% lavora senza contratto mentre la quota di contratti formativi è alta: 19%. A tre e cinque anni dalla laurea la stabilità occupazionale aumenta (47 e 58%), con la quota di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato che sale fino al 46,5%.
A queste buone notizie fanno da contraltare notizie meno positive sul fronte dei guadagni. Ad un anno dalla laurea la media mensile si ferma a 921 euro (856 le media nazionale). La situazione è migliore per i laureati magistrali: 1.104 euro rispetto alla media di 1.038, per i quali, tuttavia, a tre anni dalla laurea la media complessiva si ferma a 1.088 euro prima di risalire a 1.346 a cinque anni, comunque più basso rispetto all’Ateneo di Bologna (1.358) e alla media nazionale (1.383).
Ma quale tipo di occupazione svolge il laureato al Campus di Rimini? La fotografia da AlmaLaurea regala uno “scatto” di un’elevata quota di occupati che svolge una professione intellettuale e di elevata specializzazione, in particolare come specialista nelle scienze gestionali, commerciali e bancarie (soprattutto tra i laureati del gruppo economico-statistico), ma anche professioni esecutive nel lavoro d’ufficio.
Paolo Guiducci