Home Attualita Turismo e disabilità: “serve più qualità nell’ospitalità”

Turismo e disabilità: “serve più qualità nell’ospitalità”

Un nuovo modo di fare turismo. Con strutture più accessibili, con un miglior approccio verso il cliente con disabilità. Ma anche basato sulle esigenze di persone con allergie e con un occhio di riguardo verso bambini e anziani. È la filosofia di Village For All la società creata dal ferrarese Roberto Vitali, che dell’argomento ha fatto una scelta di vita, creando il marchio “V4A” che certifica le strutture in base ai requisiti di accessibilità.

Vitali, in merito ad accessibilità e accoglienza, come si pongono sul mercato le strutture Riminesi?
“La situazione attualmente è a luci e ombre. Troppo spesso la possibilità di fare turismo per chi ha esigenze legate alla disabilità, è intesa solo come il rispetto delle leggi sulle barriere architettoniche. Si dovrebbe, invece, iniziare a vedere la progettazione dell’accessibilità con un approccio di universal design che potremmo tradurre come accessibilità trasparente; ossia rispettare le dimensioni, gli spazi e i servizi necessari utilizzando un design che sia neutro rispetto all’utilizzatore. Per capirci meglio, sono da evitare dotazioni di tipo ospedaliero che poco hanno a che fare con gli ambienti dell’ospitalità turistica. Il minimo di legge viene spesso garantito, quello che oggi, invece, non viene offerto al cliente con disabilità è la qualità dell’ospitalità. Questa è una situazione abbastanza generalizzata che si riflette non solo su Rimini e l’Italia, ma anche su altri paesi europei. Posso anche aggiungere, per esperienza (Vitali è paraplegico in seguito a incidente stradale, ndr), che incontro spesso strutture turistiche che non hanno mai pensato di essere accessibili perché non conoscono le esigenze di questi clienti e il mercato che li riguarda”.

Secondo alcune statistiche il mercato dei viaggiatori con disabilità è in crescente aumento, come si prepara la riviera a questa scommessa?
“La conoscenza dell’esigenze del mercato del turismo accessibile, è la chiave di lettura con cui bisogna avvicinare questo segmento turistico. Perché è di mercato che stiamo parlando: la Commissione Europea stima che disabili, anziani, persone con allergie ambientali e alimentari interessate a fare turismo siano circa 140milioni in Europa (12 milioni in Italia) e che possono valere fino al 20% del Pil turistico di ognuno dei Paesi membri. La formazione è un elemento determinante per tutti i profili professionali che lavorano nel turismo: dai manager, ai receptionist, ai manutentori. Tutti devono conoscere le esigenze di questi clienti per fornire la migliore qualità di ospitalità”.

Il suo impegno nel settore ha anche dato vita all’applicazione V4AInside. In cosa consiste?
“È un’applicazione professionale che viene rilasciata su licenza V4A da parte di Apple e non è per questo disponibile su AppStore. V4AInside serve ai professionisti, i nostri rilevatori, oppure a persone che formiamo direttamente e che lavorano a progetti dove è stato noleggiato il nostro sistema, come ad esempio per il progetto Expofacile (sito a supporto della accessibilità dell’expo per la città di Milano), sviluppato da Ledha, oppure il progetto A ruota libera della fondazione Serono che ha realizzato guide culturali di città come Firenze, Lucca, Pisa e Milano, dedicate alle persone con disabilità motoria”.

L’Hotel Savoia di Rimini ha ottenuto la vostra certificazione insieme ad altre 50 strutture presenti in Italia e in Croazia.
“L’hotel Savoia è il primo nella zona di Rimini ad avere la certificazione V4A ma siamo convinti che non sia l’ultimo. In questo caso c’è una forte vocazione della struttura che aderisce anche al protocollo di Autism Friendly.
L’incontro fatto nei giorni scorsi, grazie all’interessamento dell’Ente Bilaterale del Turismo con le tre sigle sindacali del settore, Cgil, Cisl e Uil, il supporto di Ascom Confcommercio, unito all’interesse di alcuni consorzi di prodotto del territorio, credo siano le giuste premesse perché anche la riviera romagnola inizi a studiare l’appeal, economico e sociale, di un mercato come quello del turismo accessibile. Infine diciamolo chiaramente: non tutto può essere completamente accessibile a tutti! Per questo è necessario partire da ciò che già oggi le strutture sono in grado di offrire, per vocazione o per esperienza consolidata mettendo il tutto a sitema”.

Silvia Ambrosini