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Questa Legge delega solo più azzardo

Non è più un gioco. I dati sulle ludopatie lo confermano. Secondo i numeri forniti dal Sert di Rimini, la regione Emilia Romagna è la quarta in Italia in cui si gioca di più. Rimini, al suo interno, è la quarta provincia per intensità di gioco, con 1.873 euro procapite di media, giocati ogni anno.
Un mercato sempre più ampio, gestito dallo Stato che ora ha in animo una nuova Legge per regolamentare l’azzardo. Sul quale sta lavorando anche il parlamentare riminese Tiziano Arlotti.

Lei ha potuto valutare la bozza della Legge delega sui giochi. On. Arlotti, che giudizio ne dà?
“L’Intergruppo parlamentare sul gioco d’azzardo, di cui faccio parte, ha valutato i contenuti della bozza della Legge delega sui giochi e discusso di quali azioni realizzare, ancor prima che il Governo adotti lo schema di decreto attuativo della delega fiscale in materia di giochi (che dovrebbe arrivare in Cdm a giugno), per correggere un testo i cui contenuti sono ad oggi troppo distanti dalle indicazioni della Legge Delega.
Di certo l’attuale bozza di testo dei decreti non risponde al frutto del lavoro condotto con associazioni, cittadini e amministratori locali, e che ha puntato con chiarezza su alcuni elementi fondanti: tutela dei minori, inasprimento dei divieti di pubblicità, Legge Nazionale Quadro a sostegno dei regolamenti comunali, riconoscimento dei movimenti e delle iniziative no-slot; tutti temi inseriti nella delega durante l’iter parlamentare e che hanno connotato il testo con una forte impostazione no-slot”.

Associazioni ed enti locali esprimono forti dubbi sul modo con il quale il Governo intende trattare il gioco d’azzardo, e il loro ruolo.
“Nel rivendicare un ruolo del Parlamento e del sistema delle autonomie locali sull’argomento, oggi e nel futuro, condivido senza dubbio i contenuti del Manifesto unitario delle Associazioni no-slot. In particolare, agli enti locali deve continuare ad essere riconosciuto il diritto/dovere di introdurre ulteriori e più forti argini alla presenza dell’azzardo sui propri territori”.

Esiste poi la questione pubblicità. Molta ed esplicita.
futuro la possibilità sia del Parlamento, sia del sistema degli enti locali, di dire la propria e di concorrere all’azione per limitare la diffusione dell’azzardo e dei danni sociali e sanitari correlati. Stabilire regole nazionali relative ad alcune apparecchiature e togliere potere ai sindaci è una impostazione sbagliata e va modificata”.

Pollice verso dunque?
“È necessaria una profonda modifica all’intero impianto istituzionale, poiché il Decreto rinvia a regolamenti non definiti nel numero e nel tempo ed esenti dal parere parlamentare. Il governo è stato inoltre sollecitato a trasmettere dati (già richiesti da tempo) per valutare l’impatto delle norme previste”.

On. Arlotti, quale impegno potrà garantire in questa partita?
“L’Intergruppo metterà a fattor comune le valutazioni sulla bozza ed individuerà punti di convergenza sulle richieste di modifica. Sulla base di tali valutazioni, setterà poi a noi singoli parlamentari, e ai singoli gruppi politici, definire una posizione politica e di merito. È chiaro che non è possibile che il governo da una parte riconosca la ludopatia come una piaga da sanare, dall’altro impedisca ai Comuni e alle Regioni di mettere un freno e tutelare i propri cittadini, e su questo garantisco sin da ora il mio massimo impegno in qualità di parlamentare anche in sede di confronto con il Ministero dell’Economia e finanze”.

Tommaso Cevoli