Vocazione local, enogastronomia e proposte turistiche locali. Sono questi gli elementi che per il 66% degli operatori internazionali – secondo una ricerca pubblicata a Ottobre 2014 da Pangea Network in collaborazione con Aigo Communication – suscitano un interesse sempre maggiore sia nei turisti stranieri, sia in quelli italiani.
Secondo questo studio i turisti, soprattutto quelli europei, preferirebbero fare un’esperienza turistica autentica all’interno del territorio. Questi viaggiatori sono sempre più attenti all’autenticità e alla possibilità di entrare in contatto con le realtà locali e con gli abitanti del posto. Una nuova tendenza che coinvolge non solo il settore enogastronomico, ma anche le strutture ricettive, basti pensare al successo di Airbnb, un portale online che mette in contatto persone (generalmente privati) in cerca di un alloggio con coloro che dispongono di uno spazio extra, che sia un appartamento o un castello. Altro esempio clamoroso potrebbe essere la scelta fatta dalla catena internazionale di alberghi Hilton, che nel 2014 ha lanciato il nuovo brand Canopy, il cui punto di forza è proprio la cosiddetta vocazione local, modellandosi a seconda del territorio in cui si trova.
Il caso Rimini
Secondo l’esperta di Web Communication e di Web Marketing Martina Manescalchi, che collabora a Rimini con il Teamwork e con il Cescot, questo aspetto è ancora tutto da sviluppare nella realtà di Rimini. Durante un seminario, tenutosi all’Università di Rimini, organizzato dal corso di laurea in Economia del turismo in collaborazione con la Fondazione ITS di Rimini e il Cescot, ha affermato “lo stereotipo del turismo balneare è un grosso problema, non solo di Rimini, ma di tutta la riviera”. Infatti non solo all’estero, ma anche in Italia, Rimini è conosciuta soprattutto per il mare e la spiaggia, a volte con una concezione negativa dei termini, infatti se si cerca su Google “Rimini mare”, tra i primi risultati delle immagini si legge “Rimini mare sporco”.
“Per troppi anni a Rimini si è vissuto di un turismo balneare, che ormai è cambiato. C’è la necessità di destagionalizzare e di sfruttare quell’indotto turistico che presenta delle grandi potenzialità. – continua la Manescalchi – Soprattutto nel nord Italia, Rimini, come prodotto balneare è ormai considerato abbastanza desueto e di qualità scadente, limitato al mare e alla vita notturna”.
Rimini ha l’esigenza di legarsi al territorio, per diversificare e allargare la proposta, valorizzando le risorse culturali e artistiche che possiede e creando una rete di comunicazione attraverso il web, che le promuova e le faccia conoscere a chi desidera venire in vacanza, non solo d’estate.
La città e i social
Il Comune di Rimini, da alcuni mesi, si sta muovendo in questa direzione, utilizzando i propri profili su diversi social network, quali Facebook, Instagram e Twitter. Il profilo Twitter del Comune di Rimini ha più di 8mila follower (seguaci), poiché nell’ultimo periodo si è attivato ed è tenuto aggiornato con diversi “tweet” al giorno. Molto utilizzati dagli utenti e dal profilo del Comune gli hashtag #rimini, #myrimini o #raccontarimini, che creano “una sorta di piazza digitale in cui un utente può vedere ciò che sta accadendo in un determinato contesto”, ma non vengono utilizzati dalle strutture ricettive. Un aspetto negativo della comunicazione proposta da Rimini è quello della dispersione e frammentazione delle informazioni, causata da un eccessivo numero di profili social e portali turistici incompleti o la scarsa collaborazione da parte di molte strutture che fanno fatica a comprendere l’importanza di investire sul web.
In una vetrina enorme come quella di Tripadvisor, alberghi e ristoranti si limitano a leggere i commenti o a rispondere a quelli negativi, controbattendo (a volte anche aggressivamente!).
Un altro profilo molto “social” è quello di Rimini Reservation. L’anno scorso ha creato in Cina (che a causa della censura non ha i social network “occidentali”) attraverso un contatto cinese, un profilo dove promuove Rimini sul portale cinese Sina Weibo (una combinazione di Facebook e Twitter in versione cinese). Dopo aver organizzato un blog tour per il più importante travel blogger cinese, venuto in visita a Rimini, dove alcuni albergatori e ristoratori l’hanno ospitato, che ha postato tutte le sue immagini e i racconti delle sue esperienze sul suo profilo, i contatti della pagina cinese di Rimini Reservation sono aumentati di circa 4mila persone.
Brava Matera!
La relatrice del seminario cita come esempi di esperienze virtuose da seguire Matera e le Marche.
Matera è stata eletta “Capitale della Cultura 2019”, superando città come Ravenna e Siena, favorite per la vittoria. Il successo di Matera è stato in parte determinato dal grande uso che si è fatto dei social network e dalla creazione del brand di Matera (www.matera-basilicata2019.it) e della Basilicata intera (www.basilicataturistica.com).
“La regione Marche (www.turismo.marche.it), – afferma l’esperta – fa un utilizzo virtuoso di Twitter, dell’hashtag #destinazioneMarche e anche di Facebook, ottenendo una grande visibilità sui social”.
Un esempio da non seguire categoricamente è quello del sito creato appositamente per promuovere gli eventi dell’Expo, “VeryBello!”, rinominato scherzosamente dalla Manescalchi “VeryBrutto!”, che rappresenta tutto ciò che Rimini non deve fare, cioè: la dispersione dell’informazione, crea confusione. Non esiste un ordine degli eventi proposti “ed è completamente impraticabile per i turisti stranieri, non essendo consultabile in altre lingue se non in italiano e in inglese”con diversi problemi anche su questo fronte!
Laura Pilloni