Che viviamo in un Paese e, in particolare, in un territorio provinciale dal patrimonio edilizio obsoleto, lo abbiamo detto a più riprese su queste pagine e sul mensile TRE. Rimini ha visto bombardati i tre quarti dei suoi edifici nell’ultima guerra, ricostruiti negli anni successivi in fretta e furia, spesso con scarsa qualità e a digiuno da norme di efficienza energetica o antisismica. Questo contesto di insicurezza, unito al bisogno di risparmio, spiega forse il successo del bando comunale che ha messo in campo 500mila euro di incentivi per le ristrutturazioni. Cosa possa fare ogni singolo cittadino, imprenditore e albergatore (in particolare) per dare una rinfrescata alla propria struttura in chiave green (ecosostenibile) – per risparmiare in bolletta e fare del bene all’ambiente – è stato l’oggetto dell’ultima puntata del talk-show Metropolis curato dalla redazione di TRE (ogni giovedì alle 21.15 su IcaroTV, canale 91 DT).
“Il 60% degli edifici riminesi ha superato i 50 anni. Per questi, ristrutturare diventa una necessità, non più una scelta, soprattutto nel centro storico e in zona mare – sottolinea Marco Manfroni, presidente dell’Ordine degli Ingegneri – un tempo era più conveniente risparmiare sull’isolamento, tanto le fonti di energia costavano poco. Oggi è il contrario. Dopo la crisi energetica degli anni ’70 si è iniziato a parlare di efficientamento. Conviene di più fare investimenti importanti nella realizzazione degli edifici per garantirsi risparmi durante la vita degli stessi”.
Dopo decenni di speculazione edilizia è finalmente arrivata la svolta del riqualificare quello che già c’è?
“Nelle istituzioni si registra un’inversione di tendenze. I cittadini si informano sulle energie alternative, i sistemi di domotica e di alta efficienza degli edifici. Peccato che molti buoni propositi, conti alla mano, rimangano astratti”.
Un mito va sfatato.
“Un edificio con alte prestazioni energetiche non costa come uno equivalente fatto male. La qualità ha un costo anche in edilizia, che però si ripaga facendo vivere meglio gli abitanti e abbassando i costi di manutenzione e gestione dell’alloggio”.
Gli incentivi statali sono davvero convenienti? C’è chi si lamenta del dilazionamento decennale delle rate (giudicato “troppo lungo”) che permette di recuperare il 50-65% dei costi. Ad inizio lavori bisogna disporre di tutta la somma necessaria all’intervento o accendere un mutuo.
“Questi rimborsi non sono compensi dati in denaro, ma in detrazioni fiscali, per cui possono ottenerli chi ha una capacità contributiva adeguata allo sgravio richiesto. Se nei 10 anni a venire non si versano tasse in misura pari o maggiore alle detrazioni richieste, i vantaggi vengono persi”.
Per cui, dichiarazione dei redditi alla mano, ognuno deve fare i propri conti.
“Tale procedura prevede inoltre il rendere conto allo Stato di una serie di adempimenti fiscali: dal versamento dell’Imu all’emissione di fattura da parte dell’artigiano o dell’azienda di ristrutturazione. Trasparenza e conti cristallini sono l’implicita richiesta del Fisco, ed è un partita che si proietta per i successivi dieci anni. Nonostante queste condizioni, gli incentivi sono stati utilizzati in maniera massiccia e corre voce che proseguiranno in futuro, in maniera ridotta”.
Gli alberghi rappresentano una grossa fetta dell’edificato “sprecone” antecedente le normative di efficienza energetica. A che punto è il loro ammodernamento?
“Il settore alberghiero è forse quello che più ha contribuito a far lavorare le imprese edili per le ristrutturazioni, basti pensare alla fascia centrale di Marina centro <+nero>– sostiene Patrizia Rinaldis, presidente Aia Rimini – <+testo_band>sta avvenendo un cambiamento culturale e mi auspico che nel giro di pochi anni molti altri albergatori possano mettere mano alle proprie strutture”.
Secondo il presidente dell’Aia, le nuove costruzioni sono discriminate.
“È assurdo che non possano accedere agli incentivi come avviene per le riqualificazioni”.
I clienti scelgono un albergo in base alle attenzioni ambientali?
“No, soprattutto se parliamo di certificazioni. Non ci risultano turisti che scelgano un albergo in base al marchio di ecosostenibilità, il quale rappresenta un costo per le strutture più piccole”.
Di diverso avviso è Andrea Zanzini, esperto di sostenibilità ambientale ed ex assessore all’Ambiente del Comune di Rimini: dice di imbattersi ogni giorno in clienti che si muovono on-line alla ricerca di strutture verdi.
Mirco Paganelli