Vogliamo raccontarvi una bella storia, il centenario dell’Istituto Maria Bambina. Per raccontarla, questa storia dobbiamo partire da Santa Bartolomea Capitanio, fondatrice a soli 25 anni dell’Istituto delle Suore di Carità (dette di Maria Bambina, appunto) pioniera del laicato femminile nel primo ‘800 che stimolava i giovani ad essere audaci, coraggiosi protagonisti del proprio tempo.
La carità si veste di profezia e supera le categorie del tempo investendo la propria vita sulla parola “l’avete fatto a Me” per andare incontro a chi è nel bisogno senza distinzioni di razza, di religione, di cultura. Parola benedetta e di una efficacia veramente prodigiosa, che fu ripetuta mille e mille volte nel corso degli anni da pionieri della carità cristiana. Parola che ha fatto sbocciare in seno alla Chiesa, in tutti i tempi una magnifica fioritura di anime consacrate, che sull’esempio di Gesù, ripetono, dovunque, gioiosamente e santamente nel sacrificio della loro vita “l’avete fatto a Me”. Coloro che ci hanno preceduto, hanno accettato di sconvolgere la loro vita, hanno accettato sfide e provocazioni straordinarie, hanno scommesso sul futuro, si sono affidate, si sono fidate.
All’origine della nostra Scuola c’è una scelta vocazionale: l’Istituto nasce grazie ad una donazione, quella fatta dalla signorina riminese Cleonice Perilli, orfana di padre e di madre, che – colpita dall’inaugurazione solenne del simulacro di Maria SS. Bambina – abbraccia l’Istituto delle Suore di Carità. Cleonice, a 49 anni, il 21 novembre 1914, si fa suora di Maria Bambina, portando in dote la casa paterna di via Cavalieri 19, ora via Angherà, 21. In quella casa nasce, nel 1915, la scuola elementare privata e vi viene trasferito l’asilo, già funzionante dal 1913 presso l’Istituto Maccolini.
1915 –La nuova scuola inizia complessivamente con 50 alunni. L’antica Casa Perilli trasformata ed adibita a Collegio viene ampliata con due nuove ale di fabbricato per scuole, asilo e cappella.
1916 – Durante il periodo bellico le Suore di Maria Bambina, conoscono giorni di sacrificio e di dolore. Per un’epidemia scoppiata ai primi di marzo, al Lazzaretto urge un soccorso, e questo è generosamente prestato dalle suore, che accorrono prodigando cure ai sofferenti, fino al settembre del medesimo anno in cui una violenta scossa di terremoto costringe le autorità a chiudere il Lazzaretto.
1917 – L’asilo accoglie i bimbi dei profughi e dei richiamati, fornendoli di vesti e cibo. Viene aperto un Oratorio per le giovani profughe.
1921 –Viene annesso il collegio-convitto per studenti delle scuole superiori della città.
1938 – Si apre una scuola di avviamento professionale riconosciuta, che organizza corsi di dattilostenografia, taglio e cucito, ricamo, musica. Nella casa fervono oltre a queste attività, intense opere di bene: corsi di esercizi spirituali, circoli cattolici, riunioni delle Donne Cattoliche.
1939 – La scuola elementare e asilo registrano 160 alunni.
1943/1944 – Periodo di terrore, di schianti, di angosce, di separazioni, di fughe. La scuola viene necessariamente interrotta e le suore, costrette a fuggire, trovano rifugio parte a San Mauro Pascoli, parte alla periferia di Rimini. Nel momento culminante dello scontro fra le truppe alleate e tedesche, per 23 giorni, condividono con altra gente il rifugio sovraffollato e malsicuro improvvisato nelle gallerie del treno Rimini-San Marino e là curano i feriti civili e consolano tutti. La scuola di via Angherà viene occupata dalle truppe che distruggono tavoli, sedie, porte. Poi lo stabile viene requisito dagli inglesi per farne un centro-sfollati e la sede del comando. Le suore trovano a stento poco spazio per riprendere la scuola.
1945 – Finita la guerra, la scuola conta ancora, quasi, miracolo di risurrezione, 160 alunni.
1955/1976 – Sono gli anni della massima fioritura. La scuola materna arriva a quattro sezioni.
La scuola elementare, ottenuta la parificazione, estende la frequenza ai maschietti fino alla V^ classe raggiungendo il numero di circa 500 bambini. Le Suore si dedicano, oltre che alla scuola, anche all’insegnamento del catechismo in diverse parrocchie della città e periferia, collaborando con i vari parroci. L’Istituto Maria Bambina apre le sue porte anche ai diversi gruppi ecclesiali per incontri formativi. La domenica pomeriggio si spalancano i portoni per il catechismo, l’oratorio, il teatro o il cinema. È interessante ricordare il fatto che due suore, allora, hanno partecipato al Consiglio di Quartiere n°1 Centro Storico, in quanto l’organo amministrativo si proponeva di sensibilizzare i dirigenti del Comune nei riguardi della scuola e di altri problemi del quartiere.
1979/1984 – Le esigenze scolastiche impongono una riorganizzazione degli ambienti: molto resta come prima, molto cambia volto.
1993 – La scuola elementare che, negli ultimi anni ha visto la collaborazione con i laici, nonostante considerata da tutti una ricchezza, deve cessare il suo servizio. La scuola materna, invece, continua con la sua attività educativa sempre più richiesta ed apprezzata con l’apporto qualificato di religiose e laici.
1994 – Rimini, è diventata città universitaria. Ha inizio il Convitto Universitario, che nasce con lo scopo di offrire alle studenti universitarie un ambiente sereno, accogliente, moralmente sano e familiare, per favorire un serio impegno nello studio e un’armonica crescita umano-cristiana. I locali della scuola, su richiesta del Vescovo Mariano De Nicolò, ospiteranno il Centro Universitario Diocesano, dove Don Guido Benzi, inizia il suo mandato come assistente della pastorale universitaria. L’esperienza tra università e convitto rappresenta un luogo di incontro e di dialogo tra studenti, docenti, educatori e personale. Il convitto, come richiesto dal progetto educativo, offre la possibilità di incontri significativi con esperti per un approfondimento sul senso della vita e aderisce alle iniziative proposte dal C.U.D . In questi ultimi anni è nata una notevole collaborazione fra i tre Convitti presenti a Rimini: residence Santa Chiara, Igino Righetti e convitto Maria Bambina.
2001 – Da anni l’Istituto Maria Bambina gode non solo del qualificato servizio di mensa offerto dalla Tavola Pitagorica della Cooperativa Diapason, ma anche di un rapporto basato su relazioni amichevoli e di reciproco aiuto.
La scuola dell’Infanzia, ottenuta la parità scolastica nell’anno 2001, continua la sua attività educativo-didattica, tenendo presenti i piani personalizzati relativi a questa fascia di età. Il Piano dell’Offerta Formativa (POF), è stato elaborato all’interno di una collaborazione che ha coinvolto altre scuole cattoliche della città. La nostra scuola intende esprimere la propria originalità continuando la tradizione educativa che si ispira al Carisma fondazionale delle Suore di Carità, secondo l’intuizione e l’esperienza di Santa Bartolomea Capitanio: una carità operosa che attraverso le opere di misericordia, si fa imitazione del Redentore.
La scuola materna per essere incisiva e propositiva mette in atto un piano formativo ed educativo nel quale l’aggiornamento professionale, pedagogico e spirituale, la collegialità, la partecipazione e la collaborazione con le famiglie, sono gli elementi costitutivi basilari di tutta l’attività e la vita stessa della scuola.
Nell’ordinario della nostra vita, oggi come ieri, ci sono chieste cose straordinarie e, se crediamo, sappiamo che, con coraggio, ce la possiamo fare al di là e al di sopra di ogni sfida. Vogliamo nell’oggi della Chiesa e del mondo, procedere con attenzione profetica alle esigenze emergenti nella società e fedeli a quanto ha scritto S. Bartolomea :“Quella benedetta carità col prossimo, che tanto esercitò Gesù Cristo in tutto il corso della sua vita, troppo mi piace”.