Mike Bongiorno era un talebano della réclame. Memorabile quando disse in onda che suo figlio al bar dell’università prendeva il panino col prosciutto, lo toglieva fetta per fetta e ci metteva quello dello sponsor che si portava da casa. Ma nella storia della tv moderna c’è anche il “cazziatone” ad Antonella Elia, all’epoca valletta della “Ruota della Fortuna”, che esultò per una concorrente che aveva rifiutato in quanto animalista la pelliccia offerta dalla nota pellicceria di Pavia. “Se tu non sei d’accordo, non lo dici”, la rimproverò fuori onda con qualche altro termine qui non ripetibile. Perché, che si apprezzi o no il prodotto, allo sponsor il testimonial deve essere assolutamente devoto. Alla luce della filosofia bongiorniana appare ancora più paradossale quanto sta facendo il Comune di Rimini, che investe in un gazebo in spiaggia per intercettare il target dei matrimoni civili e regalare agli sposi uno scenario indimenticabile per il loro giorno più bello. Talmente bello che non ce n’è neanche bisogno, visto che lo stesso Comune poco dopo predispone un regolamento per il quale chi non si sposa deve avere riconosciuti gli stessi diritti di chi lo fa. Non è questa la sede per discuterne socialmente ed eticamente. Ma a vederla da fuori il messaggio è: il matrimonio non serve, ma se proprio non potete farne a meno allora sposatevi sulla nostra spiaggia. Non so se a Mike sarebbe piaciuto.