Home Attualita “Baby monitor e wi-fi: attenzione al loro utilizzo”

“Baby monitor e wi-fi: attenzione al loro utilizzo”

È un vero assedio. In casa o al parco, al bar o sul posto di lavoro, poco cambia. I campi elettromagnetici sono ovunque. Tecnicamente si dividono in due tipologie: ad alta frequenza, generati dai sistemi di telecomunicazioni, dalle antenne radio-tv, dai dispositivi wireless e dalla telefonia cellulare, e a bassa frequenza, prodotti dalle infrastrutture di trasporto dell’energia elettrica e, in sostanza, da qualsiasi presa elettrica. Spesso a preoccuparci sono le strutture imponenti: dai megaripetitori radio-tv agli elettrodotti, solo per fare qualche esempio. Ma il pericolo è molto più vicino.

I cellulari. Imputati numero uno, i telefonini. “Sono sempre più frequenti studi che indicano possibili patologie sia di natura cancerogena, sia a livello di disturbi neurocomportamentali” spiega il professor Fausto Bersani, consulente della Federconsumatori di Rimini. Proprio queste ricerche hanno portato l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro a classificare nel 2012 le radio frequenze tra i possibili cancerogeni. “L’assemblea del Parlamento Europeo ha emanato alcune linee guida non vincolanti che suggeriscono che l’esposizione alle radio frequenze non dovrebbe superare gli 0.6 volt su metro e a medio termine tendere allo 0.2. Si tratta di indicazioni legate al principio di precauzione”. Per non incorrere in sanzioni (come accaduto ai produttori di tabacco), i produttori di cellulari sono stati costretti ad indicare nelle istruzioni e sul prodotto, i consigli per un corretto utilizzo. “La Federal Communications Commission ha obbligato i produttori ad indicare l’entità dell’emissione del prodotto che vendono con un codice alfanumerico che inizia con FCC ID. Digitando questo codice su internet si ottengono tutte le informazioni”. Anche se trovarlo non è immediato, visto che molto spesso è necessario smontare la batteria del telefono per riuscire a leggerlo. E anche le indicazioni per la salute, presenti sulle istruzioni, faticano a balzare agli occhi perché scritte in caratteri piccolissimi. “All’interno però vi si spiega ad esempio che il cellulare non deve essere avvicinato a pacemaker o a protesi acustiche oppure che, quando acceso, deve stare ad una distanza di un paio di centimetri dal corpo”.

Il wi-fi. Benché sempre più diffusi, anche i sistemi wi-fi sono tutt’altro che salutari, tanto che l’UE, sempre per il principio di precauzione, ha indicato in modo non vincolante di privilegiare le reti cablate. “Normalmente si pensa che il soggetto principale di emissione sia l’access point – rileva Bersani – però, nel momento in cui ci si collega, anche il pc portatile o il tablet diventano soggetti ricetrasmittenti. È come se ci ponessimo un’antenna vicino al corpo”<+testo_band>. Proprio per questo il professore, sulla scorta di quanto accade in altri paesi europei, suggerisce di <+nero>evitare il wireless nelle scuole. Anche perché i ragazzini sono più vulnerabili rispetto agli adulti.

Baby monitor.E se fin qui si è parlato dei “soliti sospetti”, ci sono altri oggetti di tutti i giorni i cui effetti nocivi sono decisamente inaspettati. Ad esempio i baby monitor. <+cors>“Sono dei veri e propri ripetitori radio. Per abbattere questo tipo di emissioni servono almeno due o tre metri ma, per il loro utilizzo, devono restare invece molto vicini al bambino e per lunghi periodi di tempo. Quindi mi sento di sconsigliarli”<+testo_band>.

Lampade a basso consumo. Attenzione anche alle diffusissime lampade a basso consumo. “Hanno elevate emissioni in alta frequenza e contengono sostanze tossiche come il mercurio (bandito ad esempio dai termometri)e, in alcuni modelli più vecchi, addirittura dei radionuclidi. In Svizzera, ad esempio, vanno smaltite come rifiuti speciali. Meglio usare le lampade led”.

Radiosveglie. I luoghi nei quali l’organismo è più esposto, sono quelli dove si trascorre più tempo. Ad esempio le stanze da letto. Attenzione quindi a quello che si tiene sul comodino. “Chi vive ad una distanza di 30 o 40 metri da un elettrodotto da 380mila volt subisce emissioni simili a quelle di chi dorme con la radiosveglia accanto al letto”.

Coperte elettriche. Per i più freddolosi, occhio anche alla coperta elettrica: prima di utilizzarla va assolutamente spenta e staccata dalla presa. “In passato sono state oggetto di studi per far luce su aborti subìti da donne che le avevano utilizzate durante la gravidanza”.

Andrea Polazzi