Quando, nel novembre 2009, nacque il primo ambulatorio italiano per la Dipendenza da Internet (Internet Addiction), il responsabile Federico Tonioni e i suoi collaboratori ricevettero i pazienti “senza nemmeno riuscire a immaginare chi e quanti sarebbero stati gli utenti”. L’ambulatorio presso il Policlinico Gemelli di Roma, si riempì di ragazzi, la maggior parte adolescenti, portati quasi di forza da genitori disperati e impotenti di fronte a comportamenti che sfuggivano alla loro comprensione.
Il rapporto con i supporti digitali nasce da lontano e coinvolge i bambini fin dalla prima infanzia: dallo smart phone dei genitori passando per consolle e Nintendo, fino al gaming online e ai social network. I piccoli nativi digitali crescono tra una moltitudine di schermi portatili e interattivi, di fronte ai quali sembrano più assorti che concentrati. La dipendenza da Internet nasce da qui e subito appare come un nuovo modo di pensare e comunicare che, se da una parte rappresenta un’evoluzione, dall’altra comporta il rischio di sviluppare nuove patologie.
“Giovani, internet e nuovi media” è il tavolo “allestito” dalla Provincia di Rimini, al quale siedono una ventina di sigle, dalla Polizia Postale ai Comuni fino alle Acli Rimini el Centro Zaffiria. Tanti soggetti che affrontano la questione da angolature differenti. “Alla disinvoltura con la quale vengono utilizzati i nuovi strumenti, infatti, non corrisponde sempre una piena percezione dei rischi nei quali ci si può imbattere e degli accorgimenti da mettere in atto per prevenirli o affrontarli” spiega Barbara Raffaeli delle Politiche Sociali della Provincia, capofila del progetto che ha una sua visibilità on line (http://www.provincia.rimini.it/progetti/sociale/13_n_media/01_tavolo.htm) e un numero verde gratuito 800116081, attivo dalle 18 alle 20. Il banner relativo è molto cliccato (1.600 clik), le telefonate poche, una decina. Una incongruenza? “Il telefono forse non è il canale giusto, oppure non ci sono casi del genere sul territorio o più semplicemente si cercano informazioni a titolo preventivo” prosegue la Raffaeli. Dopo un periodo di sperimentazione di sei mesi (che scade a fine aprile), il Tavolo stilerà un bilancio.
Qualche utente vittima di dipendenza è arrivato a bussare anche al Sert di Rimini, conferma la dott.ssa Daniela Casalboni.direttore di Dipendenze Patologiche – Ser.T.
Sempre a Rimini, anche l’associazione di liberi professionisti Itaca è scesa in campo con Progetto Calipso, rivolto ad adolescenti e giovani adulti in difficoltà. “Le problematiche connesse a internet si inseriscono all’interno del sempre più diffuso fenomeno delle nuove dipendenze, che comprendono tutte quelle nuove forme di dipendenza in cui non è implicato l’intervento di alcuna sostanza chimica. Abbracciano quindi una varietà importante di comportamenti disfunzionali che colpiscono in maniera sempre più crescente e «invisibile» gli adolescenti”.
Paolo Guiducci