Rimini non perde il vizio. L’aeroporto è chiuso e invece di essere tutti compatti almeno fino a quando non si tornerà a volare, non c’è giorno che passa che qualcuno non sgomiti per finire in prima pagina. E non per chiedere a gran voce che l’aeroporto riapra (e sarebbe più che giusto), ma per attaccare, a turno, qualcuno: i vecchi amministratori, il Sindaco Gnassi, la stessa AirRiminum, pensando di, chissà come, guadagnare qualche consenso. Quasi si parlasse di interessi di altri, di un mondo lontano e non dell’aria che respiriamo, nella fragile economia riminese. Intanto l’aeroporto è chiuso e rimane chiuso e la data del primo volo è continuamente rimandata. Prima il 4 marzo, poi il 7, infine (?) Pasqua.
È bravo chi ci capisce qualcosa. L’Enac ha dato la certificazione o no? Loro fan sapere che è tutto a posto e che non c’entrano nulla con i ritardi. Gli amministratori riminesi, molto attivi all’inizio, dopo gli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria se ne stanno ben zitti. L’unica che parla è il sindaco di Riccione Renata Tosi e forse farebbe meglio a tacere, considerato alcuni suoi improvvidi interventi. Ma se chi governa preferisce la bocca chiusa, i partiti dovrebbero essere ben vocianti, a cominciare dal PD riminese, che non si è sentito neppure in obbligo di dir nulla sui 21 euro che Ancona sgancerebbe per ogni passeggero contro i 7 prima offerti da Rimini. Legittima concorrenza? Certo, lo sarebbe se l’aeroporto di Ancona non fosse, ancor più di quel che era il Fellini, finanziato dal “pubblico”, quella Regione Marche amministrata dallo stesso colore politico. Un po’ di movimento (sotterraneo) sembra farlo il deputato riminese Tiziano Arlotti e soprattutto il prefetto Claudio Palomba, al quale alla fine bisognerà fare un monumento: chissà, forse si chiederà ogni giorno dove diavolo è finito visto che nessun territorio sembra dimostrare tanto individualismo e poca coesione come il nostro, pur di fronte ad un interesse comune e vitale! Proprio al suo impegno e a qualche piccolo momento di lucidità comune, si deve l’aver salvato i presìdi dei pompieri e della polizia. Se no sarebbero stati guai peggiori. AirRiminum, nonostante gli annunci, non approda a nulla e scarica la colpa prima su Santini, ora sull’Enac. Ma forse la causa dei ritardi sta nella difficoltà di ricreare rapporti con i vettori stranieri, andati perduti con l’improvvida chiusura dello scalo. A questo punto scelgono anche loro di starsene zitti. Come se ne stanno stranamente mute le attività economiche riminesi. Gli unici un po’ chiassosi sono i lavoratori dello scalo, che per ora attendono, a casa, tempi migliori. Ma, come dicono in Romagna, contano come il due di coppe quando comanda bastoni.
Giovanni Tonelli